Notizie Nel Mondo - Notizie, affari, cultura Blog Business Economy Capitale privato e capitale di rischio cresce la raccolta
Economy

Capitale privato e capitale di rischio cresce la raccolta


Nel 2024 la raccolta del private equity e venture capital è stata pari a 6,67 miliardi di euro, in crescita del 77% rispetto ai 3,77 miliardi dell’anno precedente. La componente domestica ha contribuito al 66%, mentre il peso di quella estera è stato del 34%. A livello di fonti, il 17% deriva da fondi pensione e casse di previdenza (984 milioni di euro). Seguono il settore pubblico (16%) ei fondi di fondi privati ​​(10%). Così emerge dall’analisi condotta dall’Aifi, l’Associazione italiana del private equity, venture capital e private debito, in collaborazione con PwC Italy, sul mercato italiano del capitale di rischio. Risultato? Nel 2024 l’ammontare investito dagli operatori di private equity e venture capital è salito a 14,9 miliardi di euro, in aumento dell’83% rispetto all’anno precedente, grazie a investimenti di dimensioni elevate, sia nel comparto delle infrastrutture sia in quello dei buy out. Più nel dettaglio, nel corso del 2024 sono stati realizzati 10 large deal e 6 mega deal, che insieme hanno rappresentato il 59% dell’ammontare complessivo investito nell’anno, ovvero 8,8 miliardi di euro circa. Nel primo semestre di quest’anno non si sono invece registrate chiusure di dimensioni significative. Così, sempre secondo l’Aifi, la raccolta complessiva del private equity e venture capital si è fermata a 1,7 miliardi di euro nella prima parte del 2025. L’ammontare investito è stato pari invece a 5,2 miliardi, in crescita del 17% rispetto ai 4,4 miliardi del primo semestre del 2024. Quasi l’80% dell’ammontare investito nel primo semestre 2025 proviene da fondi internazionali, mentre gli operatori domestici sono sempre più focalizzati sul venture capital e su operazioni di small e mid market, con un ticket medio pari a circa 5 milioni di euro. In questo contesto Neva Sgr, la società di venture capital del Gruppo Intesa Sanpaolo, controllata al 100% da Intesa Sanpaolo Innovation Center, a settembre ha aperto ufficialmente il fondo Neva II alla clientela private di Fideuram — Intesa Sanpaolo Private Banking, attraverso la piattaforma iCapital. Il fondo gemello Neva II Italia, conforme alla normativa sui Pir, ha già raccolto l’attenzione di fondi pensione e casse di previdenza, che hanno la possibilità di mantenere l’esenzione sul capital gain investimenti sugli qualificati soltanto se nel 2025 il 5% di questi investimenti (il 10% dal 2026) viene allocato in quota o azioni di fondi per il venture capital. Neva II punta a una raccolta finale di 400 milioni di euro. Nel primo anno di operatività il fondo ha raccolto circa 190 milioni di euro, investendone 50 in 7 società diversificate per settore, sia in Italia che all’estero. Con una dimensione target di 100 milioni di euro, Neva II Italia invece ha raccolto fin qui oltre 42 milioni di euro e ne ha investiti 7 in altrettante società del mercato domestico particolarmente promettenti. Neva Sgr ha il vantaggio di essere il venture capital della prima banca del Paese.Una peculiarità che porta la Sgr a connettere le realtà che compongono i portafogli dei suoi fondi con le più grandi aziende italiane, creando sinergie che contribuiscono alla crescita dell’economia reale e alla soluzione di grandi sfide in più settori, dalla salute all’efficienza energetica, dal trasporto spaziale all’intelligenza artificiale. Creata nel 2020, nonostante le difficoltà iniziali causate dalla pandemia, Neva Sgr ha investito con i suoi primi tre fondi – Neva First per gli investimenti globali, Neva First Italia dedicato alle realtà nazionali e Fondo Sei per lo sviluppo degli ecosistemi innovativi italiani, sottoscritto dalla controllante Intesa Sanpaolo Innovation Center – circa 190 milioni di euro in oltre 40 società altamente innovative in forte crescita. Numeri che sommati a quelli dei fondi Neva II portano il totale degli investimenti finora finalizzati a 250 milioni di euro in oltre 50 aziende altamente tecnologiche. Nel portafoglio della Sgr troviamo eccellenze come D-Orbit, società aerospaziale italiana leader mondiale nel settore satellitare, in grado di offrire soluzioni per l’intero ciclo di vita di una missione spaziale, e la comasca Leaf Space, che si occupa invece della gestione delle comunicazioni e delle operazioni satellitari e che collabora in tutto il mondo con i maggiori vettori spaziali pubblici e privati. Phosphorus Cybersecurity Inc è una società statunitense, presente anche nel portafoglio di Neva, leader nella sicurezza e nella gestione dei dispositivi per l’Extended Internet of Things (xIoT), l’estensione dell’Internet delle Cose. Il venture capital di Intesa Sanpaolo ha scommesso in questi anni anche sulla britannica Cool Planet Technologies Limited, che ha sviluppato un processo a membrana per la cattura di CO2 dalle emissioni di gas di scarico industriali.


© RIPRODUZIONE RISERVATA


Risparmio e investimenti, ogni venerdì
Iscriviti e ricevi le notizie via email

Exit mobile version