25.07.2025
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Economy

Caltagirone e l’offerta Mps: «Da Nagel affermazioni false»


Il Gruppo Caltagirone, con un secco comunicato, risponde a quelle che considera «inesattezze» e «falsità» attribuibili ad Alberto Nagel, amministratore delegato di Mediobanca. Nel mirino sono finite le affermazioni fatte durante la conferenza stampa di lunedì scorso. Affermazioni, ha scritto nella nota il gruppo Caltagirone, che «oltre a risultare sovente inesatte e del tutto strumentali e infondate, contengono due oggettive falsità».

Quali è presto detto. È falso, spiega la nota, che il gruppo «abbia realizzato significativi acquisti di azioni Montepaschi ad aprile o comunque a ridosso della convocata assemblea del 17 aprile scorso, quando sarebbe stato comprato il 12% del capitale». Così come è «falso — aggiunge ancora il comunicato — che il Gruppo Caltagirone abbia offerto lo stesso prezzo degli altri aggiudicatari nella procedura di ABB con la quale in data 13 novembre 2024 il Mef ha ceduto partecipazioni in Mps, come dimostra il fatto che il prezzo offerto dal Gruppo Caltagirone era superiore a quello di aggiudicazione, il che dimostra che esistevano offerte a prezzo inferiore a cui il prezzo finale fissato dal bookrunner si è allineato».

Nagel, con una nota diffusa da Mediobanca, si è difeso sostenendo di non aver «mai commentato» il prezzo della procedura ABB di vendita del pacchetto di Mps. A stretto giro è arrivata la nuova precisazione del Gruppo Caltagirone «a tutela di un’informazione corretta e trasparente al mercato». Ed in effetti Nagel ha fatto più che dirlo, lo ha messo nero su bianco. «Il dott. Nagel», si legge nella successiva nota del gruppo romano, «nega di aver mai fatto commenti su ABB del 13 novembre 2024 nella sua illustrazione del documento Mediobanca dell’11 luglio. È bene», prosegue la nota, «che si legge quanto ha scritto su detto documento a pagina 81 che qui si riporta: “tali anomalie includono il fatto che i quattro offerenti hanno presentato pressoché simultaneamente offerte con lo stesso identico premio (5%) rispetto al prezzo delle azioni Mps”. È quindi vero», sottolinea la nota del Gruppo Caltagirone, «che non lo ha detto, lo ha scritto! Si ribadisce che quanto sopra è falso».

IL PASSAGGIO

Lo stesso vale per il secondo punto. «Quanto all’acquisto di azioni Mps nel periodo precedente l’Assemblea, nonostante con ritagli di giornali si cerchi di mistificare i fatti», spiega la nota, «si ribadisce che oltre due mesi prima dell’Assemblea Mps del 17 aprile, il gruppo Caltagirone aveva già raggiunto la soglia del 9%. Quindi inequivocabilmente quanto dichiarato è falso». Nei giorni scorsi anche esponenti del governo avevano difeso la correttezza dell’operazione.

Lo aveva, per esempio, fatto il sottosegretario all’Economia Federico Freni, che in Parlamento ha bollato le tesi messe in circolazione come «assunti assiomatici privi di fondamento fattuale». Vale una dire falsità. Così come ha difeso l’operazione il ministro Giancarlo Giorgetti che davanti al Copasir ha sottolineato la «correttezza assoluta» degli uomini e delle donne del Mef che hanno lavorato al collocamento, difendendo la struttura dai tentativi di intorbidire le acque. Così come Banca Akros ha spiegato come fossero stati invitati a partecipare centinaia di investitori secondo procedura trasparente. E nessuno di loro ha contestato la procedura.


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