FARRA DI SOLIGO (TREVISO) — «Fruga» tra i cassettoni dell’armadio a casa della mamma defunta e trova dei buoni postali per 30 milioni di lire, oggi valgono 450mila euro. Un innegabile colpo di fortuna quello di Tiziano Zuan, classe 1961 di Farra di Soligo, che, dopo essere entrato nella casa della madre venuta a mancare qualche settimana fa, ha iniziato a sistemare i cassetti di un vecchio armadio e ha trovato 18 buoni postali del 1996 emessi per vari importi per un valore nominale globale di 30 milioni del vecchio conio. Importi pari a un milione, 5 milioni e 500mila lire.
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La sorpresa I titoli sono stati conteggiati dal consulente dell’associazione Giustitalia ed è venuto fuori un rimborso pari a circa 450mila euro, con il favore dei tassi d’interesse. Poste italiane, intervenuta sulla vicenda, sostiene che i questi titoli sarebbero prescritti in quanto si tratterebbe di Bpf «a termine» (scadenza a 11 anni) e non «ordinari» (scadenza a 30 anni). L’associazione ha così risposto: «Innanzitutto il risparmiatore deve obbligatoriamente essere informato adeguatamente da Poste italiane dell’emissione di buoni postali a termine, cosa che, nella pratica degli uffici postali italiani non viene mai fatta e, comunque, non è stata fatta nel fattispecie in esame, ragion per cui la vigenza dei Titoli di credito si «prolunga» a trenta anni dalla data di emissione — spiegano attraverso una nota -. In secondo luogo, per quanto concerne comunque la prescrizione decennale, il diritto al rimborso dei Buoni postali non sarebbe affatto prescritto. Infatti l’art. 2935 c.c. statuisce che «la prescrizione comincia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere». Orbene nel caso di specie il giorno iniziale di decorrenza della prescrizione coincide con il giorno del ritrovamento dei Titoli di credito postali».
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