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«Siamo cresciuti insieme in una piccola città ma ognuno di noi sognava in grande, grazie alla creatività dei miei genitori e al desiderio di andare oltre i confini dei campi di mais, del roseto ben curato, delle vite ordinarie». È una riflessione sulla famiglia, ripresa dalle pagine di James Ramsey Ullmann, ad aprire il libro Bruce Weber. My education, edito da Taschen. Un maestoso lavoro di raccolta di foto e pensieri – oltre 500 immagini tra servizi di moda, ritratti di personaggi noti e foto inedite — che ricostruisce la vita di Weber dietro l’obiettivo, con grande attenzione per i molti lavori, indimenticabili, per Vogue, GQ, W Magazine e Vanity Fair, riletti anche sotto una luce nuova, frutto dell’evoluzione dello sguardo dello stesso Weber, e l dialogo con gli scatti vicini, in una sorta di “mostra” da sfogliare.
GLI SGUARDI
La famiglia è dunque lo spunto di partenza ma il concetto è ampliato ad amici, conoscenti, incontri, a comporre una trama di sguardi e ricordi, che si fa ispirazione dell’artista ed essenza della persona, negli infiniti cambiamenti e solleciti che ogni relazione porta con sé. In primo piano, la moda, intesa come teatro di formazione. Ci sono i legami di sangue, da Kate Moss con la mamma – scatto che, in un gioco di somiglianze, sembra proiettare la modella nel tempo, a come sarà – e quelli di Naomi Campbell, anche lei con la mamma, ma anche con la sorella. Poi, Gianni, Donatella e Allegra Versace. Ancora, Franca Sozzani con la figlia. Senza dimenticare i colleghi fotografi, da June e Helmut Newton a Richard Avedon. Pagina dopo pagina, a scorrere sotto lo sguardo è un preciso immaginario, popolato da una carrellata di bellezze, maschili e femminili, che incantano con corpi scultorei, definiti ad arte.
Sono gli scatti di Maria Carla Boscono nella rilettura inattesa di una sorta di “sfilata” in spiaggia e quelli di Axl Rose e Stephanie Seymour che si baciano, nel 1991, a raccontare una storia d’amore, immortalata anche nei video della band, con la supertop protagonista. Anche laddove la moda non è protagonista, rimane chiave di lettura. Cifra di stile. È la bellezza quella che Weber cerca di fermare, che sia di un momento, un dettaglio colto, un nudo statuario. Anche una star. «Da fotografo devo essere all’altezza delle mie ambizioni», è il promemoria che idealmente il fotografo ha associato a una foto di Edward Weston, acquistata quando ancora le sue finanze non erano adeguate ai desideri. Un monito diventato mantra e scintilla per andare costantemente alla ricerca di un “oltre”. Così, anche gli scatti di star di cinema, musica, arte assumono un altro significato, accanto a quelli di modelli professionisti o giovani incontrati per caso. Colpisce la “resistenza” di Paul Newman. «Fai attenzione quando incontri i tuoi eroi” è una delle lezioni senza tempo di Hollywood, che tu sia un attore o un fotografo, un giornalista o uno stuntman», racconta Weber, ricordando la scarsa disponibilità dell’attore. «Ogni attore è vulnerabile davanti all’obiettivo.
Non importa che sia una star» è la lezione. Di vita più ancora che professionale.
Weber racconta storie, emozioni, persone con cui ha trovato una sintonia o che semplicemente lo hanno incuriosito. E attraverso questi ritratti immortala le suggestioni di diversi decenni. Matt Dillon, inseguito dalle fan, celebra la spensieratezza degli Anni Ottanta. Heath Ledger nel Duemila appare sfrontato, determinato, irriverente. Leonardo DiCaprio, nei Novanta, ha il volto del “principio” – l’inizio di sogni che si realizzano, successo, avvenire – Brad Pitt nello stesso decennio ha il fascino più maturo di chi è determinato ad aprirsi una via. Gli scatti di Keanu Reeves e River Phoenix che si divertono davanti all’obiettivo negli anni di My Private Idaho, si vestono di nuove malinconie nella consapevolezza della morte prematura di Phoenix.
Nel mezzo, datata 1987, la foto di Nathalie Gabrielli e Ric Arango, nudi, uno contro l’altro, su un’altalena, poi divenuta immagine del profumo Obsession di Calvin Klein. Davanti agli occhi di Weber ad animarsi è una folla di corpi giovani che si sfidano, si cercano, si confrontano, si attraggono. Celebrano la vita. E ingannano il tempo, pur misurandolo. Ecco allora gli scatti a Stella Tennant per Vogue, per Versace, per il Calendario Pirelli. E quelli di Natalia Vodianova in più di una campagna. Ancora, Tatjiana Patiz, Lara Stone, Christy Turlington nel dietro le quinte di una sfilata con Azzedine Alaïa e poi davanti all’obiettivo mentre gioca con – e come – una bambina, Lily-Ross Depp e una serie di campagne di brand, anche con bambini o volti sconosciuti.
A ribadire che la moda crea i “volti” dei quali ha bisogno: naturali, spontanei, innocenti o invece sofisticati, sensuali, provocatori. «Sono sempre stato timido – afferma Weber — e questo è in parte il motivo per cui ho scelto di vivere dietro l’obiettivo. Mi piace che la gente guardi il mio lavoro e spero che parli da solo».
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