Andrea Orcel che vuol fare decantare le fibrillazioni diffuse negli ambienti governativi, economici e finanziari, accese con l’ops lanciata lunedì 25 da Unicredit su Bpm e Anima, sotto traccia prova a tastare il terreno con i soci di Piazza Meda. L’ad di Gae Aulenti che è all’estero, secondo quanto risulta al Messaggero, tra qualche giorno volerà a Parigi per incontrare Philippe Brassac, ad del Credit Agricole. Il secondo gruppo francese ed europeo è il principale azionista Bpm con il 9,9% e, tramite JpMorgan, avrebbe costruito una posizione virtuale con derivati per attestarsi al 19,9%. Due giorni fa, Credit Agricole Italia ha smentito di aver richiesto l’autorizzazione alla Bce per superare la soglia del 10% ma non ha detto nulla sulla stipula di contratti derivati.
Nel faccia a faccia, Orcel potrebbe sondare le strategie della banca parigina sulla quota. Che l’Agricole venda tout court è un’eventualità allo stato remota. Sarebbe però un’altra mossa “muscolare” di Orcel che andrebbe a radicalizzare le posizioni.
Intanto ieri Giuseppe Castagna, dopo il cda del giorno prima in cui ha fatto approvare una nota forte per respingere l’offerta di scambio, carta contro carta, con uno sconto dello 0,5%, ha scritto ai dipendenti per ricordare gli obiettivi raggiunti negli ultimi tempi — dai risultati esaltanti del terzo trimestre, all’opa su Anima (ieri è stato depositato in Consob il prospetto) all’acquisto dal Mef del 5% di Mps — che «hanno rafforzato il nostro posizionamento, ponendo le basi per un futuro di ulteriore crescita». Questi passi in avanti hanno messo in luce piazza Meda per cui si deve «commentare un’operazione non concordata con la Banca e a condizioni di prezzo inusuali per questo tipo di operazioni».
L’offerta di Unicredit da 10,1 miliardi — 0,175 azioni dell’offerente per ogni azione Bpm per un prezzo economico di 6,657 euro -«non riflette in alcun modo la redditività e l’ulteriore potenziale di creazione di valore per gli azionisti Banco BPM; tale potenziale è ulteriormente rafforzato dalle operazioni straordinarie recentemente annunciate dalla nostra Banca, che si aggiungono alle azioni già contenute nel Piano Strategico 2023-2026. Avere raggiunto e, anzi, anticipato gli obiettivi di Piano, così come la nostra capacità di estrarre valore dalle fabbriche prodotto, hanno rafforzato il posizionamento competitivo della Banca». Ieri le Bpm hanno chiuso a 7,01 euro (+ 1,13%) valore che rende sempre più inadeguata la proposta di Gae Aulenti.
FARO SULLA PASSIVITY RULE
Ma oltre questo Castagna rimarca la forte preoccupazione per le «sinergie di costo stimate dall’offerente, pari a oltre un terzo della base costi di Banco Bpm che, si può stimare, significherebbe tagli al personale di oltre 6.000 colleghe e colleghi». La stima di Castagna è più alta dei calcoli preliminari (2500). «Senza contare che tale offerta, in conseguenza della normativa sulle Opa, rischia di limitare l’autonomia strategica del management anche con riferimento alle condizioni dell’operazione su Anima Holding». L’ops ai sensi dell’art 102 del Tuf mette Bpm in passivity rule anche se i legali stanno valutando se, in presenza di un’offerta a sconto, quindi penalizzante, ricada ugualmente l’obbligo di convocare i soci per qualunque mossa difensiva. Sull’operazione Giancarlo Giorgetti ha invocato la possibile applicazione del golden power che potrebbe condizionare lo spazio di manovra di Unicredit.
Intanto Moody’s ha confermato il rating di Unicredit, l’ops su Bpm non intralcia l’m&a su Commerz. Ma giorni fa la Corte di Giustizia Ue ha respinto la sospensiva chiesta da Gae Aulenti sul diktat della Bce a uscire dalla Russia.
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