19.06.2025
12 Street, Rome City, Italy
Economy

Bonus Maroni (ora Giorgetti), guadagno fino a 6.900 euro per chi rinuncia alla pensione anticipata. Le simulazioni


Sfiora i 6.900 euro l’anno il beneficio che può comportare per un dipendente la scelta di non ricorrere a forme anticipate di pensione e aspettare fino a 67 anni prima di lasciare il proprio posto di lavoro.

Il calcolo lo ha fatto l’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), organismo indipendente che valuta l’aderenza delle politiche italiane alle regole di bilancio europee.

Pensioni, bonus Maroni (ora Giorgetti): incentivo nello stipendio a chi rinvia quota 103 o l’anticipata. Quanto vale e chi può fare domanda

Le stime sono fatte prendendo in considerazione un lavoratore di 62 anni che quindi può sfruttare sia Quota 103 sia le forme ordinarie di flessibilità pensionistica, con un reddito di 40mila euro. Il Il guadagno netto si restringe a mano a mano che ci si avvicina all’età della pensione, fermandosi a 1.445 euro all’età di 66 anni.

LE STIME

«La parte di gran lunga maggiore del vantaggio del provvedimento di rinuncia all’accredito contributivo dipende, in un’ottica di lungo periodo, dall’esenzione dalla tassazione personale sul reddito», spiegava l’Upb nella memoria a commento dei contenuti dell’ultima legge di Bilancio che ha confermato il bonus e ha esteso la platea anche a chi può andare in pensione anticipate sfruttando i canali ordinari e non soltanto Quota 103, quindi una volta raggiunti di 42 e 10 mesi di contributi per gli uomini e i 41 e 10 mesi per le donne.

La cifra di 6.876 euro è calcolata ipotizzando che il reddito aumenti nel corso degli anni che separano il lavoratore dalla pensione. In caso di reddito costante i guadagni sono un po’ più bassi. Per chi decide di aderire all’incentivo a 62 anni si parla di 6.433 euro, che calano a 1.287 in caso adesione quando manca un anno alla pensione di vecchiaia.

I calcolo sono stati fatti prendendo in considerazione, oltre al reddito, la contribuzione trasferita in busta paga fino al pensionamento; le tasse in meno che non saranno pagate sull’aumento; ma anche l’assegno previdenziale un po’ meno sostanzioso per via dei contributi a carico del lavoratore che non saranno versati.

La scelta volontaria di aderire o non aderire al meccanismo è infatti anche una scelta tra avere di più sul breve o sul lungo e medio termine.

«La parte di gran lunga maggiore del vantaggio del provvedimento di rinuncia all’accredito contributivo dipende, in un’ottica di lungo periodo, dall’esenzione dalla tassazione personale sul reddito», spiega sempre l’Ufficio parlamentare di bilancio. Infatti nel breve l’effettivo vantaggio è sull’aumento del reddito disponibile. Su un orizzonte più ampio minori contributi pensionistici versati corrispondono minori assegni pensionistici in futuro. «In un sistema tendenzialmente equo dal punto di vista attuariale, quale quello contributivo italiano, le due grandezze sono molto vicine e tendono a elidersi nel calcolo di convenienza», nota ancora L’Upb.

LA PLATEA

Quanto ai potenziali beneficiari della misura, il governo ha stimato circa 7.000 lavoratori. Una valutazione fatta tenendo presenta quanti avevano fatto richiesta nei primi mesi dello scorso anno. Nel 2024 la platea era però limitata soltanto a chi poteva accedere a Quota 103. Ora anche i lavoratori e le lavoratrici che rientrano nei meccanismi ordinari di anticipo della pensione hanno questa possibilità. E come nota l’Upb si tratta di lavoratori «con un tasso di pensionamento elevato».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Leave feedback about this

  • Quality
  • Price
  • Service
[an error occurred while processing the directive]