Porta strascichi di polemiche la contestazione di Confindustria al decreto Bollette approvato in via definitiva mercoledì 24 aprile. Palazzo Chigi fa trapelare l’irritazione per i commenti degli industriali che hanno definito «una pazzia» il provvedimento.
L’associazione di Viale dell’Astronomia ha contestato il mancato recepimento delle proposte avanzate dalle imprese:«Si è persa un’altra occasione». Parole accolte con sorpresa dal governo.
LA REPLICA
Il decreto, rilevano fonti di Palazzo Chigi, «era stato «ampiamente discusso» con tutte le associazioni imprenditoriali, a partire da Confindustria, «stupisce quindi che l’associazione degli industriali abbia manifestato la sua contrarietà solo dopo l’approvazione definitiva da parte del Senato»
La polemica ha aperto un dibattito anche all’interno della stessa associazione, nella quale convivono opinioni diverse sulla portata del provvedimento. Non si esclude neppure che Elettricità Futura, l’associazione che riunisce la filiera industriale dell’energia elettrica, nata nel 2017 dall’integrazione tra Assoelettrica e Assorinnovabili, possa addirittura valutare l’uscita.
Il via libera al provvedimento era stato salutato con favore dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, Il governo mette in campo misure concrete per sostenere famiglie e imprese di fronte al caro energia. Lo facciamo attraverso un investimento di circa 3 miliardi, destinato ad alleggerire le bollette, promuovere l’efficienza energetica, tutelare i più vulnerabili e chi produce», ha scritto la premier sui social network, «Continueremo a lavorare con serietà e determinazione per contrastare il caro energia e aiutare chi ha bisogno».
Il decreto, finanziato senza ricorrere a ulteriore deficit, prevede tra le misure principali un bonus straordinario da 200 euro per chi ha un Isee fino a 25mila euro che andrà a mitigare l’impatto sui costi della luce. Il provvedimento prevede inoltre un contributo, nella forma dello sconto in fattura sempre da 200 euro, per gli elettrodomestici. In totale alle famiglie sono destinati 1,6 miliardi. Alle imprese sono dedicati aiuti per oltre 600 milioni. Nel provvedimento entra anche il salvagente per le auto aziendali: i veicoli ordinati entro il 31 dicembre 2024, e «concessi in uso promiscuo dal primo gennaio 2025 al 30 giugno 2025», saranno esclusi dal nuovo sistema di tassazione dei fringe benefit introdotto dall’ultima manovra, che andava a penalizzare le automobili a motore termico favorendo le elettriche e le ibride con un trattamento fiscale di favore.
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