Per oltre quattro ore ha spiegato in cosa sia consistita quella che nel suo esposto ha definito una «escalation di pressioni e imposizioni», andate avanti «per ore e giorni» e come sia precipitato in uno stato di ansia, in seguito alle continue telefonate e ai messaggi, inviati anche a sua moglie da parte di Maria Rosaria Boccia.
Davanti al procuratore Francesco Lo Voi, all’aggiunto Giuseppe Cascini e al pm Giulia Guccione, l’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano è entrato nel dettaglio della vicenda che, dopo lo scandalo e le polemiche, lo ha portato alle dimissioni e ad essere indagato per peculato e rivelazione di segreto d’ufficio.
Sangiuliano in Procura dopo la denuncia contro Maria Rosaria Boccia. Lei (indagata) su Instagram: «Qualunque cosa sia, arriverà al momento opportuno»
«Ero nel panico», ha detto. E davanti agli inquirenti, Sangiuliano ha chiarito alcuni aspetti dell’esposto depositato alla procura di Roma per denunciare le pressioni subite dalla donna e quella «condizione di grave turbamento psicologico» nella quale la Boccia, accusata ora dei reati di minaccia a corpo politico e lesioni gravi, «lo aveva relegato». Ma adesso per l’influencer potrebbe profilarsi anche il reato di stalking. Nella denuncia si fa riferimento a un rapporto rapidamente degenerato e al fatto che la donna, il 17 luglio abbia fisicamente aggredito Sangiuliano e si sottolinea Bocccia abbia tentato di costringere l’allora ministro a conferirle la nomina di consulente «contro la sua volontà».
LE ACCUSE
Sangiuliano, è stato convocato dai magistrati romani per essere ascoltato su alcuni aspetti della denuncia, dodici pagine in tutto, in cui ha ricostruito le varie fasi del rapporto avuto con la donna, conosciuta nel maggio del 2024. Agli atti dell’inchiesta ci sono anche una serie di documenti, tra i quali alcuni post pubblicati da Boccia sul suo profilo Instagram. Ma l’ex ministro ieri si è anche soffermato sulla gravidanza, che la donna ha simulato e su alcuni fotomontaggi, pubblicati dalla Boccia sul suo profilo Instagram, che ritraevano l’influencer al ministero della Cultura.
«Ha chiarito alcuni aspetti dell’esposto adesso la procura vaglierà quanto abbiamo messo a loro disposizione: abbiamo massima fiducia nell’autorità giudiziaria. L’ex ministro è scosso e sta cercando di recuperare la serenità ma adire alle vie legali era necessario altrimenti sarebbe rimasto il sospetto di un uomo ricattabile», ha commentato l’avvocato Silverio Sica, legale dell’ex ministro, dopo la lunga deposizione in procura. Sangiuliano è stato sentito con l’assistenza del suo difensore in quanto è indagato in procedimento connesso, dopo la denuncia del parlamentare Angelo Bonelli, trasmesso al Tribunale dei ministri, competente a valutare eventuali reati commessi da esponenti del governo nell’esercizio delle loro funzioni. Gli inquirenti convocheranno a breve anche Maria Rosaria Boccia anche se ci vorranno alcuni giorni per completare l’analisi dei device sequestrati dai carabinieri nel corso della perquisizione domiciliari, nella abitazione di Pompei, il 21 settembre scorso.
I REATI
Per quanto riguarda l’accusa di violenza e minacce a corpo politico, ipotizzata nei confronti della 41enne, prevede una pena fino a sette anni di carcere. Nel decreto di perquisizione si afferma che l’indagata ha esercitato minacce idonee a «compromettere la figura politica e istituzionale di Sangiuliano» in modo «da turbare l’attività e ottenere il conferimento della nomina a consulente per i Grandi Eventi, incarico di diretta collaborazione del ministro».
Tra le iniziative della donna, finite sotto accusa, la procura ha individuato anche la pubblicazione «senza consenso, di foto private nonché immagini oggetto di manipolazione che la ritraevano all’interno del ministero» e la divulgazione «progressiva e in modo frammentario» ai media e sui social di notizie «attinenti alla sua relazione con il Sangiuliano, ai suoi rapporti con il ministero e all’accesso a documenti di informazioni riservate del ministero, ogni volta alludendo la disponibilità di altre notizie compromettenti per il ministro». Infine, il reato di lesioni aggravate è legato a quanto avvenuto a Sanremo la notte tra il 16 e il 17 luglio quando Boccia, secondo la denuncia, documentata anche da alcune immagini allegate dall’ex ministro, avrebbe colpito Sangiuliano ferendolo alla testa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il punto del direttore, ogni Lunedì alle 17
Iscriviti e ricevi le notizie via email