Notizie Nel Mondo - Notizie, affari, cultura Blog Business Economy bandi per 288mila posti, 2 milioni candidature. Oltre 170mila assunzioni nel 2024 e nel 2025
Economy

bandi per 288mila posti, 2 milioni candidature. Oltre 170mila assunzioni nel 2024 e nel 2025


Nei primi otto mesi dell’anno sono stati lanciati più di 13mila bandi per 288mila posti, cioè 2,7 volte (+176%) quelli aperti nel 2023. Lo ha detto il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo in una audizione alla Commissione parlamentare per la semplificazione sottolineando che «è stata raccolta la cifra record di 2,1 milioni di candidature».

Statali in pensione a 70 anni, tetto alle domande: prolungamento solo per un dipendente ogni 10 assunti

Nuove possibilità

«Nel 2023 abbiamo assunto oltre 172mila persone e faremo altrettanto nel 2024 e nel 2025». Questa la promessa di Paolo Zangrillo che ha evidenziato i progressi registrati nei tempi di reclutamento del personale grazie alla digitalizzazione e, in particolare, al portale unico della Pa. «Nel corso del 2023 — ha sottolineato — siamo passati da una durata media dei concorsi di 780 a 180 giorni». «Nei primi otto mesi del 2024,- ha aggiunto- sono stati lanciati più di 13mila bandi per 288mila posti, cioè 2,7 volte, il 176% in più, di quelli aperti nel 2023». Secondo le previsioni del ministro, nei prossimi cinque o sei anni andranno in pensione dalla pubblica amministrazione circa un milione di persone. 

«Chi l’ha detto che la pubblica amministrazione non è così attrattiva?»

Per Zangrillo, il motivo principale del rinnovo di queste procedure è il capitale umano. La formazione dei dipendenti pubblici è cruciale affinché possano affrontare le innovazioni con competenza e fiducia. Durante un videomessaggio inviato al convegno «IA nella PA: sfide e opportunità dell’intelligenza artificiale per la pubblica amministrazione di domani», tenutosi a Perugia e organizzato dalla Scuola umbra di amministrazione pubblica, Zangrillo ha elogiato il ruolo della scuola come partner fondamentale nella diffusione delle competenze necessarie. Senza un’adeguata preparazione, ha avvertito, l’innovazione rischia di non raggiungere gli obiettivi previsti. Un focus anche su come l’intelligenza artificiale sia ormai una realtà nella pubblica amministrazione italiana, ponendo il Paese al secondo posto a livello mondiale nell’applicazione di questi strumenti nei servizi pubblici e al primo tra i Paesi che hanno proposto progetti futuri in questo ambito. L’introduzione dell’IA sta già contribuendo a ridurre la burocrazia e a migliorare l’efficienza dei servizi offerti ai cittadini. Il convegno, parte del ciclo «Formare per Innovare», ha approfondito le implicazioni giuridiche, amministrative ed etiche legate all’uso dell’IA nel settore pubblico. Tutte queste novità hanno cambiato questa realtà con effetti positivi. Le 72.901 candidatire arrivate per i 3.946 posti disponibili nell’Ufficio per il processo, e le 51.421 domande per i 1.248 posti banditi dal Ministero dell’Interno, secondo il ministro, dimostrano la grande attrattività della pubblica amministrazione. «Chi ha detto che la pubblica amministrazione non è attrattiva?» ha commentato Zangrillo, sottolineando che i tempi per l’assunzione attraverso concorsi sono stati ridotti a sei mesi. Il Dipartimento della funzione pubblica è da sempre impegnato a monitorare i fabbisogni e a gestire le richieste di scorrimento delle graduatorie dei concorsi unici, sebbene si tratti di procedure complesse che richiedono tempi tecnici precisi a tutela dei candidati. Ma il governo, al contempo, sta lavorando a una norma che consentirà, su base volontaria, ai dipendenti pubblici di rimanere in servizio oltre i 67 anni, fino ai 70, per svolgere attività di tutoraggio e affiancamento, riducendo al contempo la spesa previdenziale. Il piano, che non comporta nuovi costi per l’INPS, mira a colmare la carenza di personale. La situazione stagnante è frutto di anni in cui il blocco del turnover non ha consentito assunzioni rallentando la formazione dei neodipendenti. La misura prevede un tetto del 10% sulle facoltà assunzionali e si attiva solo con l’accordo tra ufficio e lavoratore. Sul fronte delle pensioni, si punta ad aumentare quelle minime e a rafforzare la previdenza complementare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ogni Venerdì alle 17 le notizie di Economia
Iscriviti e ricevi le notizie via email

Exit mobile version