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«Ballerina e attrice per caso. Ora? In vacanza con figlia e marito»


Grintosa. Determinata. Materna. Dietro la medaglia di bronzo conquistata da Sofia Raffaeli alle ultime Olimpiadi di Parigi — la prima storica individuale in assoluto della ginnastica ritmica — ci sono mani decise e scelte sapienti. Quelle di Claudia Mancinelli, fabrianese doc. Una storia particolare. Che parte da lontano e si intreccia con la danza, il teatro e la televisione. Fino a diventare personaggio social tra video, meme e copertine.

Claudia Mancinelli, marchigiana come noi.

«Nata a Fabriano, con orgoglio. Classe 1985, capricorno».

La Ginnastica Fabriano.

«Un cerchio aperto e chiuso. Ho iniziato molto giovane, a 8 anni, sotto la guida di Mirna Baldoni e Kristina Ghiurova. Sono tornata a giugno 2023 con Sofia Raffaeli e Milena Baldassarri. Fino al bronzo a Parigi di Sofia, coronamento di un percorso e nuovo punto di partenza».

In mezzo cosa c’è stato?

«Un oceano».

Lo racconti.

«A 18 anni decisi che era il momento di lasciare la ginnastica e trasferirmi a Roma. Nella Capitale ho vissuto 20 anni. Tutta la mia vita. Gli affetti. I valori».

E la ritmica?

«Per tanto tempo l’ho riposta in un cassetto, ne ero piena. Non avevo più quel fuoco necessario. Tra Roma e Milano ho praticato tantissimo la danza, studiando in varie accademie. Poi il teatro, sempre come danzatrice: a volte protagonista, altre nel corpo di ballo. Italia ma anche Canada e Inghilterra. Tanti ricordi».

Poi c’è la televisione. Tutti parlano del suo passato da attrice.

«Ho cominciato per scherzo, con una scusa banale».

Quale?

«Lavorando con il Cirque de Soleil mi parlarono dell’esigenza di trovare un’attrice per certe occasioni. Iniziai a studiare recitazione, per provare. È stata solo una parentesi, il teatro resta la mia passione, la mia vita che scorre. Mille emozioni vissute su quel palco che amo».

Roma caput Mundi.

«A Roma è nata mia figlia, ho ripreso l’attività con la ginnastica ritmica rientrando in palestra dopo 10 anni».

Con che sensazioni?

«Avete presente il rigetto? L’ho avuto per la ritmica. Avevo fatto la Serie A, competizioni internazionali, d’un tratto ero satura. Poi sono rientrata a casa mia. Ho ricominciato a lavorare con alcune società romane, poi la Ginnica 3 (Serie B) e la chiamata di Fabriano».

Il famoso cerchio che si chiude.

«Julieta Cantaluppi (che poi si trasferì in Israele, ndr) mi chiese di accompagnare Sofia ai Mondiali con lei. Non avendo una responsabilità totale accettai e da lì iniziò il mio rapporto con Sofia. Lei e Parigi hanno riacceso il fuoco sopito».

Un’intesa totale.

«Nata in punta di piedi. Questo rispetto giocò un ruolo determinante».

Dalla televisione sembravate madre e figlia.

«Mi sono messa a sua completa disposizione. Ci vuole il massimo per centrare alcuni obiettivi, il bronzo olimpico non arriva per caso. Ma noi puntavamo al massimo, all’oro».

L’episodio chiave: il ricorso vinto. Lei che diventa personaggio social.

«In tanti mi hanno fatto vedere i meme e le immagini. In quel momento ero focalizzata sull’obiettivo, sguardo fisso, volevo solo che fosse fatta giustizia per Sofia».

Il suo volto arrabbiato, quasi magnetico, ha girato di chat in chat.

«Ero davvero furiosa».

L’oro diceva. È il sogno nel cassetto?

«Possiamo farcela. Voglio farcela».

Vita da atleti. Che ne pensa?

«Un atleta deve averla al di fuori della palestra. Ma non è semplice a questi livelli».

Traduca.

«Gli allenamenti sono massacranti. Sofia, ad esempio, si allena 8/9 ore al giorno tutta la settimana. Quando vai a questi ritmi la sera non hai tempo per uscire».

Ma come si riesce ad evitare il burnout-stress-mentale?

«Serve soprattutto un clima sano in palestra oltre alla competenza dello staff tecnico».

Ora staccherà la spina.

«Direi di sì, mio marito e mia figlia di 10 anni mi aspettano».

Dove è diretta?

«Italia, le Isole».

Ma?

«Voglio ritrovare un po’ di privacy che con i social ho perso in questi ultimi giorni».

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