Non ha solo il coraggio di chi ha spaventato la Germania nel girone e si è qualificato senza perdere, ma anche l’arroganza sportiva di chi può sbatterti in faccia i due precedenti con cui era iniziata la fine del ciclo Mancini. Tra settembre e novembre 2021, nessuno lo potrà mai dimenticare, Murat Yakin e la sua Svizzera erano riusciti a fermare la corsa dell’Italia verso il Qatar, due pareggi (0-0 in casa loro, 1-1 all’Olimpico) con la stessa maledizione: Jorginho che calcia il rigore del possibile successo in entrambe le partite e sbaglia per due volte, lui che sembrava infallibile dal dischetto. «Oggi io dico che l’Italia deve avere paura di noi, stiamo benissimo, e non la Svizzera di voi. Non partiamo come favoriti ma ce la giocheremo alla grande. Siamo preparati e non vediamo l’ora, abbiamo già studiato le mosse degli azzurri contro la Croazia». Yakin con quei due pareggi concluse il girone di qualificazione mondiale in testa e costrinse l’Italia a giocare l’indimenticabile spareggio di Palermo contro la Macedonia: insomma, meglio ricordare il successo del 16 giugno 2021, quando l’Italia vinse la seconda partita del girone per 3-0 e continuò la sua cavalcata fino alla conquista dell’Europeo. Ma all’epoca sulla panchina elvetica c’era Petkovic, ex Lazio, capace di eliminare la Francia e di arrivare fino ai rigori con la Spagna prima di cedere al termine del torneo il suo posto a Murat Yakin, 49 anni, cinque scudetti da giocatore con la maglia del Basilea e uno da allenatore, sempre con il club del suo cuore. Sabato il tecnico di origini turche affronterà l’Italia in scadenza di contratto: una situazione paradossale, perché dopo la conquista degli ottavi le sue valutazioni sono cresciute ancora di più a livello di club. Curiosa anche la data della fine del suo triennale: 14 luglio 2024, il giorno della finalissima. Dove noi speriamo che non arrivi, ovviamente. «I nostri avversari hanno dei punti deboli che stiamo studiando, ma anche giocatori fortissimi».
UNA SOLA SCONFITTA
La Svizzera è una nazionale tosta, difficile da battere: nel corso delle qualificazioni ha perso solo una volta, contro la Romania, arrivando seconda nel girone. Poi gli Europei, il 3-1 contro l’Ungheria e i pareggi (1-1) contro la Scozia e la Germania: una squadra più italiana che mai. Tre i giocatori del Bologna: Freuler, Aebischer e Ndoye, matador contro i tedeschi nell’inedito ruolo di falso nueve accanto a Embolo. Inzaghi lo vuole portare all’Inter, convinto che oltre a fare la secondo punta possa alternarsi sulla fascia con Dumfries. Poi il portiere nerazzurro Sommer, che stregò per due volte Jorginho, Rodriguez, il capitano del Torino, e Okafor, attaccante del Milan ancora a zero minuti in campo. Possiamo aggiungere anche Widmer, ex Udinese, squalificato sabato a Berlino come Calafiori, Zakaria, ex Juve, e Shaqiri, ex Inter. «Il problema è dell’Italia non è certo nostro, vi abbiamo eliminato dal mondiale e tireremo fuori tutta l’anima svizzera» è la sfida di Freuler, un passato con l’Atalanta e un presente da favola nel Bologna.
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