La crisi dell’automotive, sempre più profonda, non risparmia nessuno. Nissan, il colosso giapponese, accusa il contraccolpo della crisi del settore e annuncia 9.000 licenziamenti a livello mondiale, oltre a una riduzione della capacità produttiva del 20%. Queste misure si uniranno a una razionalizzazione delle spese amministrative e degli asset in portafoglio, per privilegiare le spese in conto capitale e le attività di ricerca e sviluppo. Stellantis invece taglia negli Usa. Il gruppo guidato da Carlos Tavares ieri ha annunciato che licenzierà a partire dal 5 gennaio prossimo 1.100 lavoratori nello stabilimento di Toledo, in Ohio. E i turni di produzione della Jeep saranno dimezzati da due a uno. Pesa a livello globale soprattutto la forte concorrenza dei cinesi che stanno mettendo all’angolo gli altri produttori.
Cassino, Stellantis: si torna in linea. Ma non è finita: altri stop all’orizzonte
LA RICETTA
Obiettivo dell’intervento di Stellanti è contrastare il calo di vendite e fatturato in Nord America. E anche Nissan deve fare i conti con risultati semestrali deludenti e in particolare con un utile operativo crollato del 90%, da 303,8 a 32,9 miliardi di yen (195 milioni di euro). L’amministratore delegato Makoto Uchida si è dimezzato lo stipendio. I 9.000 dipendenti in uscita corrispondono a quasi il 7% per cento della forza lavoro complessiva (133.580 unità di personale a fine marzo) della casa d’auto giapponese. Per quanto riguarda l’esercizio in corso, Nissan ha anche rivisto al ribasso (del 9,3%) le stime sulle vendite, mentre quella sull’utile operativo è stata ridotta del 70%. «Di fronte alla gravità della situazione, Nissan sta adottando misure urgenti per recuperare la sua performance e creare un’azienda più reattiva e resiliente, in grado di adattarsi rapidamente ai cambiamenti dei mercati», ha spiegato il Gruppo in una nota. La razionalizzazione degli asset in portafoglio prevede poi la vendita di una quota del 10% di Mitsubishi Motors Corporation: così Nissan, che oggi metterà in vendita 149.028.300 azioni alla Borsa di Tokyo, snellirà la sua partecipazione in Mmc dal 34% attuale. Tornando a Stellantis e ai 1.100 licenziamenti in Ohio, una nota diffusa dalla società indica che i lavoratori interessati sono quelli impegnati nell’assemblaggio dei veicoli Jeep, e che circa 400 dipendenti saranno trasferiti a un fornitore di servizi esterno. La società ha sottolineato che questa decisione è stata dettata dalla necessità di adeguare la produzione al calo delle vendite negli States, giù del 20% anche nel terzo trimestre, con 1,15 milioni di veicoli consegnati. «Il fatturato in Nord America si è contratto del 42%, scivolando a quota 12,4 miliardi di euro», ha chiarito Stellantis. Intanto, dopo il calo di agosto e settembre, a ottobre il mercato dell’auto in Italia ha registrato una nuova battuta d’arresto delle vendite. Il mese scorso, stando ai dati comunicati dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, sono state immatricolate 126.488 autovetture, in flessione del 9,05% rispetto a ottobre 2023, quando ne erano state registrate 139.078.
IL CALO
Nei primi dieci mesi dell’anno sono stati immatricolati 1.328.663 veicoli, +0,96% sul periodo gennaio-ottobre 2023. Per quanto riguarda Stellantis, in Italia a ottobre il gruppo ha visto scendere le immatricolazioni del 27,8% rispetto allo stesso mese del 2023, facendo peggio rispetto al resto del mercato. A settembre le registrazioni di Stellantis erano diminuite del 33,9%. Nei primi dieci mesi dell’anno, infine, Stellantis ha immatricolato 397.232 vetture, in diminuzione dell’8% rispetto alle 431.876 dello stesso periodo del 2023. Nei primi dieci mesi del 2024 la quota di mercato di Stellantis risulta pari al 29,9% (da 32,8%). A ottobre il gruppo aveva una quota del 25,2% del mercato italiano, contro il 31,7% di ottobre 2023.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leave feedback about this