25.05.2025
12 Street, Rome City, Italy
Economy

aperta la trattativa tra gli istituti di credito e il Tesoro


Non solo le imposte differite attive (DTA) accumulate negli anni passati sulle svalutazioni crediti e sugli avviamenti, ma ora il governo vuole mettere sul tavolo del negoziato con le banche rappresentate dall’Abi, anche le stock options. E questa misura potrebbe essere estesa ad altri settori. Sono gli strumenti di incentivazione concessi al top management sulla base di piani che assegnano al dipendente la facoltà di acquistare (o di assegnare), nel caso si utilizzino azioni emesse in precedenza, o di sottoscrivere, nel caso si utilizzino azioni di nuova emissione, titoli rappresentativi del capitale di rischio della società. Obiettivo del sistema bancario è di dare un apporto alla manovra statale dell’ordine di 1-1,2 miliardi.

Questa novità sarebbe stata esaminata ieri dal Comitato di Presidenza dell’Associazione presieduto da Antonio Patuelli per definire la strategia in vista dell’incontro con il Tesoro in calendario a breve, dopo che l’esecutivo dei banchieri, di mercoledì 25 a Milano, aveva dato all’unanimità un mandato al direttore generale Marco Elio Rottigni, ponendo paletti precisi: sì a collaborazioni con il governo a sostegno del fabbisogno statale senza impatti sul conto economico e sul patrimonio, quindi no a nuove tasse, tipo Extraprofitti.

L’analisi dei grandi banchieri ieri si sarebbe concentrata in particolare sulla novità delle stock option che sarebbe pervenuta nelle ultime ore nelle interlocuzioni avute con la struttura tecnica della controparte.

Questi strumenti incentivanti rappresentano un costo per la banca che lo porta in deduzione di solito spalmati nei 3-5 anni di durata dei piani specifici. E’ possibile che la proposta del Tesoro oggetto di confronto con gli istituti preveda che la deduzione venga concentrata all’ultimo anno, cioè alla fine del periodo del piano di incentivazioni. Attualmente la deduzione dall’imponibile è proporzionale al periodo dell’arco di piano.

Questo significherebbe che nei primi anni di vita del sistema incentivante, l’azienda pagherebbe più tasse essendo stata rinviata la deduzione che possa essere recuperata per intero alla fine. Salvo che non si voglia introdurre una ulteriore dilazione.

Microsoft, investimento in Italia da 4,3 miliardi per intelligenza artificiale e cloud. Meloni: «Noi hub digitale nel Mediterraneo»

IL RECUPERO FUTURO

Dalla serata di ieri sono stati informati tutti gli altri grandi banchieri riuniti in Abi allo scopo di metterli al corrente della novità sui sistemi incentivanti.

Gli altri temi sul tavolo di confronto col Mef sono le Dta (Deferred tax asset) cioè le imposte differite attive che devono essere recuperate dalle banche. Esse riguardano imposte che gli istituti hanno già pagato negli anni precedenti a fronte di svalutazioni crediti e avviamenti. Queste somme le banche le devono recuperare: la norma è partita nel 2015 e annualmente ne devono riportare a casa una quota. L’intervento è teso a posticipare tale recupero in modo tale da aumentare le tasse a carico degli istituti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Leave feedback about this

  • Quality
  • Price
  • Service
[an error occurred while processing the directive]