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Antartide, la scoperta dell’acqua calda sotto la piattaforma di ghiaccio nel Mare di Ross


il gioco di parole potrebbe far sorridere all’inizio ma, in realtà, c’è da preoccuparsi dopo l’annuncio di questa importante scoperta. Uno studio internazionale coordinato dal Cnr-Isp e dall’Università Ca’ Foscari Venezia ha dimostrato infatti che al termine dell’ultima era glaciale la Corrente circumpolare profonda è riuscita a risalire il margine nel Mare di Ross, favorendo il ritiro della calotta di ghiaccio. Questa ricerca, pubblicata su Science Advances, getta le basi per prevedere le possibili reazioni dell’ecosistema antartico in risposta al riscaldamento globale.

Il riscaldamento globale minaccia la piattaforma di ghiaccio più estesa del pianeta

L’antica piattaforma di ghiaccio nel Mare di Ross, la più grande del pianeta, è minacciata dal riscaldamento globale fin da circa 18.000 anni fa, al termine dell’ultima era glaciale. Lo studio internazionale, guidato dall’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isp) e dall’Università Ca’ Foscari Venezia, con la collaborazione di istituzioni scientifiche italiane, britanniche e tedesche come l’Alfred Wegener Institute (AWI), l’Università di Plymouth, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e l’Università di Trieste, ha dimostrato come le acque calde della Corrente circumpolare profonda abbiano raggiunto la base della piattaforma, contribuendo in modo decisivo alla sua destabilizzazione e ritiro.

La Corrente circumpolare profonda e la destabilizzazione della piattaforma di ghiaccio

Questa è la prima evidenza diretta che la Corrente circumpolare profonda, una corrente marina più calda rispetto alle acque tipiche antartiche e in grado di fondere il ghiaccio, è risalita fino alla base dell’antica piattaforma di ghiaccio galleggiante nel Mare di Ross, causando la sua rottura all’inizio del riscaldamento post-glaciale. Lo studio mostra quanto il trasporto di calore oceanico, controllato dalla circolazione atmosferica, sia stato determinante nella destabilizzazione della piattaforma di Ross.

Ricostruzione di 40.000 anni di interazioni tra oceano e ghiaccio

Il team di ricerca ha analizzato sedimenti marini prelevati dalla Joides Trough, area strategica situata a valle dell’antico punto di ancoraggio della calotta glaciale nel settore occidentale del Mare di Ross. Combinando biomarcatori organici, microfossili e analisi sedimentologiche, i ricercatori hanno ricostruito 40.000 anni di interazioni tra oceano e ghiaccio, identificando l’ingresso della Corrente circumpolare profonda subito dopo il massimo glaciale, il periodo di massima espansione dei ghiacci di circa 20.000 anni fa.

È stato scoperto che l’intrusione di acque calde in questa area è strettamente collegata a uno spostamento verso sud dei venti occidentali e orientali, che ha permesso alle masse d’acqua profonde di risalire verso la piattaforma continentale, indebolendone la base e favorendone il collasso. L’antica piattaforma era molto più estesa rispetto a oggi, coprendo circa 1000 km in più nel Mare di Ross rispetto all’attuale dimensione.

Importanza della piattaforma di ghiaccio per la stabilità antartica

La piattaforma di ghiaccio del Mare di Ross è cruciale per la stabilità delle calotte antartiche poiché funge da collegamento tra ghiaccio marino e continentale. Essa esercita un effetto di sostegno e stabilizzazione delle masse glaciali nell’entroterra. L’intrusione della corrente circumpolare profonda può erodere la base della piattaforma, causandone il ritiro e, di conseguenza, la destabilizzazione del ghiaccio continentale che sostiene.

Il sistema ghiaccio-oceano è altamente interconnesso: variazioni nelle correnti oceaniche possono non solo favorire la fusione della piattaforma di ghiaccio di Ross ma anche causare la perdita di ghiaccio continentale, con un potenziale innalzamento del livello del mare superiore ai 60 metri. Comprendere queste dinamiche passate è fondamentale per prevedere il futuro comportamento dell’Antartide di fronte al riscaldamento globale e per stimare i cambiamenti nel livello dei mari.

Collaborazione internazionale e multidisciplinarietà nella ricerca

La direttrice del Cnr-Isp, Giuliana Panieri, sottolinea l’importanza della collaborazione internazionale e della multidisciplinarietà in questa ricerca che ha coinvolto competenze e strumenti avanzati, evidenziando il contributo delle nuove generazioni di ricercatori e ricercatrici nel comprendere i cambiamenti in atto in Antartide.

Lo studio è frutto di due progetti svolti nelle campagne del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA) del 2017 e del 2023, in collaborazione con l’Alfred Wegener Institut (AWI) e il Cnr-Isp (progetto PAIGE). Il PNRA è finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) e coordinato dal Consiglio nazionale delle ricerche (CNR), con supporto logistico di ENEA e gestione tecnica e scientifica della nave rompighiaccio Laura Bassi da parte dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale (OGS).

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