«Angela non poteva essere serena, non era nelle condizioni per concentrarsi sulla sua boxe. Così come l’avversaria, che si è ritrovata definita in qualsiasi modo. La caccia alla streghe non si sopporta e mi fa vomitare».
Olimpiadi, Imane Khelif doveva partecipare? Quando la polemica batte lo sport
Lo spiega la campionessa di nuoto ed ex atleta Federica Pellegrini in un’intervista a La Stampa dove commenta le polemiche per l’incontro di boxe, durato pochi secondi, tra Angela Carini e l’atleta algerina Imane Khelif.
Secondo l’ex nuotatrice è un «tema ultradelicato» quello sollevato con questa competizione. «L’algerina è nata con un tasso di testosterone più alto della media ed è come le persone che hanno un ematocrito alto di natura — prosegue -, magari sfiorano il doping e allora l’unica regola possibile resta che quando rientrano nei parametri fissati dalla scienza possono competere». «Io sono inclusiva sempre e a prescindere, nello sport però esiste la fisiologia ovvero il come ci presentiamo non il come siamo o come ci sentiamo ed esistono delle regole. Siamo tutti socialmente aperti e io sono felice se una persona trans decide di cambiare genere — aggiunge -, perché significa che ha trovato il proprio benessere, ma poi non credo che sia lecito vedere chi decide per una transizione da uomo o donna rientrare nella categoria sportiva femminile».
«I tempi di un effettivo cambio ormonale e di forza e di potenza sono troppo lunghi e non sono compatibili con la competizione — precisa -. Per tropo tempo non ci sarebbe equità, ma Khelif non appartiene a questa categoria, ha sempre gareggiato. Non c’è tema di protesta». E sul ritiro dal ring dell’italiana in tempi rapidissimi conclude, «ognuno ha diritto di decidere quale è il limite per sé e l’azzurra non è da criticare perché si è ritirata».
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