“Oggi più che mai c’è bisogno del coraggio della responsabilità”.
Maurizio Lupi, leader di Noi moderati, il suo è un appello al centrosinistra a votare con la maggioranza sul piano Trump per Gaza?
“In momenti di grande tensione tutti, partendo dai propri convincimenti, sono chiamati a uno sforzo di responsabilità. L’iniziativa americana è un fatto nuovo: il primo reale momento in tre anni in cui la pace può davvero accadere. E questa è una condizione necessaria per ottenere qualunque altra rivendicazione, a cominciare dal riconoscimento reciproco dei due Stati. Ecco perché mi auguro che si possa testimoniare l’unità di tutta la politica sul sostegno italiano a questa iniziativa, peraltro condivisa dalla maggioranza europea e dai paesi arabi».
Un parlamento diviso darebbe un segnale negativo?
“Sarebbe più che altro un segnale incomprensibile. Tanto più nel momento in cui, come nel voto nelle Marche, si registra un livello preoccupante di astensionismo. Causato anche dall’incapacità della politica di parlare con una sola voce sulle grandi questioni. Unirsi, come spesso è accaduto in passato in Italia sulla politica estera, darebbe invece un segnale al popolo italiano preoccupato per ciò che sta accadendo a Gaza”.
Davvero crede che sia possibile, dopo settimane di contrapposizione frontale e toni urlati tra governo e opposizioni?
“Anche papa Leone ha espresso sostegno al piano americano. Ognuno poi potrà sempre esprimere le proprie sensibilità e le proprie posizioni nelle mozioni di parte. Ma su un minimo comun denominatore credo sarebbe positivo mostrarsi compatti. Bastano quattro parole: sostegno dell’Italia al piano di pace degli Usa. Anche senza citare Trump, se risulta divisivo. Poi torneremo a dividerci sul resto”.
Le opposizioni accusano: la maggioranza punta a presentare due testi diversi, uno sul Medio oriente e l’altro più specifico sul piano Trump, solo per provare a spaccare il centrosinistra.
“Non mi sembra. Anche le opposizioni presenteranno più mozioni. Se vogliamo ritirarle tutte e approvare solo quella sul sostegno al piano di pace, da parte di Noi moderati c’è la massima disponibilità. Ma tutte le posizioni possono coesistere: un testo su cui si registri la condivisione di tutti, e poi le diverse posizioni nelle singole mozioni. Lavoriamoci, non perdiamo questa opportunità”.
Il centrosinistra vi accusa anche di esservi mossi tardivamente sul riconoscimento della Palestina, legandolo a condizioni difficili da raggiungere nel breve termine.
“Su questo abbiamo una posizione diversa. Noi ci siamo sempre espressi per la linea dei due popoli in due Stati. Con il riconoscimento reciproco e il diritto all’esistenza di entrambi. Ma il riconoscimento della Palestina non può essere lo strumento per fare pressioni su Israele. Noi diciamo: prima vanno create le condizioni per cui questo riconoscimento sia possibile. A cominciare dall’abbandono, dalla parte palestinese, della volontà di eliminare la presenza di Israele. Semplificare è l’errore più grosso. Ma le condizioni per una pace ora ci sono. Ci auguriamo che Hamas risponda positivamente. Il che costringerebbe anche Israele ad accettare”.
Mentre parliamo è in corso l’abbordaggio della marina israeliana su Flotilla.
“Tutti noi ci auguriamo che non ci siano incidenti. Fino all’ultimo abbiamo sperato in un ripensamento: se lo scopo era quello di consegnare gli aiuti umanitari e sensibilizzare l’opinione pubblica, perseverare rischia di averlo fatto venire meno. Il meglio, in alcuni momenti, è nemico del bene”.
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