Lufthansa non molla. E gioca l’ultima carta per non far fallire il matrimonio con Ita. Lo fa subito dopo il risultato delle elezioni europee, inviando a Bruxelles un nuovo documento che aggiorna, con ulteriori concessioni e garanzie, quello spedito nel week end appena passato. Di fatto sul tavolo della commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager, che da più di un anno blocca l’operazione, sono arrivate in sequenza tre proposte in meno di un mese (la prima a fine maggio, la seconda l’8 giugno, la terza ieri) per trovare un punto di compromesso. Un segno inequivocabile, al di là del risultato finale, della tenacia dei tedeschi che, nonostante il fuoco di sbarramento della Commissione Ue, non intendono rinunciare al matrimonio, accettando le indicazioni imposte sulle rotte, specialmente quelle verso gli Stati Uniti, da parte dei burocrati europei.
IL VENTAGLIO
Nell’ultimo dossier, secondo quanto risulta al Messaggero, sono indicate in particolare 5 rotte tra Europa e Usa pronte ad essere “sacrificate”. Si tratta di una concessione, questa sul lungo raggio, il più redditizio per le compagnie aeree, che allarga il ventaglio di proposte già presentate e messe nero su bianco in questa lunga ed estenuante trattativa: dal congelamento per 2 anni dell’alleanza con la compagnia italiana sulle tratte americane, alle garanzie per evitare possibili aumenti dei prezzi ai danni dei consumatori sui voli di lungo raggio, fino alla riduzione degli slot da Linate.
Un aggiornamento che ha l’obiettivo di strappare in extremis l’ok della Commissione. E ribaltare così un epilogo che, secondo i rumors, dà ormai per scontato la bocciatura della fusione. Del resto, fanno notare sia a Francoforte che a Roma, non è chiaro se la continua richiesta di chiarimenti e le oltre 2 mila domande inviate a Lufthansa e a Ita dall’Antitrust Ue si possano inquadrare in un normale processo negoziale o sia una sorta di slalom senza fine destinato solo a sfinire i concorrenti. Va detto infatti che la prenotifica dell’operazione è scattata proprio un anno fa ed è durata circa 6 mesi. Poi, viste le perplessità non dissipate, la discussione, con la notifica vera e proprio, si è protratta fino ad oggi con decine di incontri tecnici, scambi di mail e dossier. Un anno di trattative che la dice lunga sulla complessità delle procedure decisionali di Bruxelles e che è in contrasto, almeno a livello teorico, con la filosofia generale che aveva ispirato le nozze, volute non solo dall’Italia ma dal governo tedesco e dalla stessa commissione Ue, per rafforzare i vettori europei di fronte alla concorrenza di quelli asiatici ed americani.
Ora bisognerà capire se la vicepresidente esecutiva della Commissione Ue e responsabile della Concorrenza, Margrethe Vestager, continuerà a mettersi di traverso o aprirà uno spiraglio. Da tempo la Vestager sostiene che Lufthansa insieme alla compagnia di bandiera nata dalle cenere di ex Alitalia potrebbe avere, qualora la fusione fosse autorizzata, una posizione dominante nei voli intercontinentali tra Italia, Usa e Canada dove Lufthansa e alleati (United Airlines e Air Canada) sono già forti.
Dietro all’ostilità della Vestager ci sarebbe proprio Emmanuel Macron, Il presidente francese, che con la politica danese condivide le posizioni liberaldemocratiche nell’Unione europea, è preoccupato per le conseguenze su Air France, il vettore nazionale che sarebbe scalzato dalla posizione di leadership nel Vecchio Continente proprio a vantaggio degli odiati tedeschi. E che da sempre sogna un matrimonio con Ita.
Proprio la crisi di Macron, chiamato ad indire lezioni anticipate in Francia, potrebbe far vacillare l’asse con Vestager o rendere l’apertura auspicata ancora un miraggio.
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