Anche per rispondere alle tante critiche nei mesi scorsi, il ministro Raffaele Fitto sottolinea che siamo pienamente entrati nella Fase 2 del Pnrr, quella della concreta messa a terra degli investimenti per dare forma all’Italia di domani». Per aggiungere: «Siamo in una fase assolutamente positiva, seppure con le difficoltà di spesa che caratterizzano il nostro sistema Paese».
Entro la prima metà di luglio l’Italia attende il versamento dalle Ue di altri 10,6 miliardi di euro. Si vedrà, infatti, riconoscere la quinta tranche del Pnrr. E in queste ore sono in corso trattative tra Roma e Bruxelles nel tentativo di aumentare la quota destinata all’Italia. Che però guarda già al futuro e accelera tutti passaggi — in primo luogo la rendicontazione sull’avanzamento degli obiettivi — per la tappa successiva: nei prossimi giorni Palazzo Chigi presenterà alla Commissione la richiesta per sbloccare la sesta rata del Recovery, cioè 8,5 miliardi da utilizzare per la transizione energetica e quella ecologica, l’accelerazione nella produzione di energia elettrica con l’agrisolare,la digitalizzazione della pubblica amministrazione fino al potenziamento delle attività nelle Zes (Zone economiche speciali) nel Mezzogiorno.
Proprio grazie a un fortissimo avanzamento nei programmi di spesa da parte degli enti meridionali — c’è un aumento del 50 per cento rispetto a un anno scorso — il governo si è ritrovato con tutte le carte in regole per chiedere la sesta rata. In quest’ottica l’Italia si conferma il Paese della Ue che finora ha più accelerato sul recovery. Lo ha ricordato anche Giorgia Meloni, durante la seduta della cabina di regia sul Pnrr di ieri: «Si conferma l’eccellente lavoro portato avanti dal Governo, in sinergica collaborazione con le istituzioni preposte e con i soggetti attuatori, sull’attuazione del nuovo Piano italiano, che ha liberato risorse strategiche per alimentare la crescita economica strutturale dell’Italia, al primo posto in Europa per obiettivi raggiunti ed avanzamento finanziario». Per poi aggiungere: «I dati di questi giorni sul Pil e sull’incremento dell’occupazione, che vedono il Mezzogiorno crescere di mezzo punto in più rispetto alla media nazionale rappresentano un ulteriore stimolo ad intensificare la pianificazione di politiche virtuose, finalizzate a colmare concretamente i divari territoriali di competitività e produttività della Nazione. Anche per la sesta rata, come accaduto per la quinta, l’Italia è il primo Stato a livello europeo a presentare la richiesta di pagamento».
Come detto, ieri mattina si è tenuta a Palazzo Chigi la cabina di regia Pnrr, presieduta dal premier Giorgia Meloni, convocata dal ministro per gli Affari europei, il Sud e le Politiche di coesione Raffaele Fitto. Con loro tutti i rappresentanti dei principali attori coinvolti nel piano: i ministri tra i quali quelli della Giustizia (Carlo Nordio), delle Infrastrutture (Matteo Salvini), della Sanità (Orazio Schillaci) o della Pubblica amministrazione (Paolo Zangrillo), i vertici dell’Anci in rappresentanza dei sindaci, dell’Upi per i presidente delle Province, della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome per i governatori.
Al centro dell’incontro la verifica del conseguimento dei 37 obiettivi connessi alla sesta rata del Pnrr. Tra quelli raggiunti, a quanto si legge in una nota di Palazzo Chigi, «figurano investimenti strategici legati alla realizzazione di infrastrutture per il potenziamento del trasporto del gas (Linea Adriatica), alla formazione delle competenze tecniche, digitali e manageriali dei professionisti del sistema sanitario nazionale, ai crediti d’imposta per la transizione ecologica 4.0 e 5.0, all’avvio delle opere infrastrutturali nell’ambito della ZES del Mezzogiorno, al rinnovo della flotta per il comando nazionale dei Vigili del Fuoco, alla digitalizzazione dei parchi nazionali». Forte avanzamento anche per i target legati «al piano di potenziamento delle infrastrutture sportive scolastiche, alla tutela e alla valorizzazione delle foreste urbane e periurbane, alla transizione ecologica con l’implementazione degli impianti per la produzione di energia elettrica nei settori agricolo/agroindustriale (agrisolare), alla bonifica delle discariche abusive ed alla conseguente cancellazione delle procedure di infrazione, al potenziamento dei collegamenti ferroviari nel Mezzogiorno, all’ultimazione delle procedure di assunzione per i tribunali civili, penali e amministrativi, all’istituzione del polo del turismo digitale e alla digitalizzazione della Guardia di Finanza, che rafforzerà il presidio di trasparenza e legalità sul Piano».
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