13.09.2025
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Sports

almeno in sei sperano nell’oro


Nel Paese del sol levante per correre, marciare, saltare e lanciare più degli altri. Sfidare cronometro e centimetro per rivestirsi d’oro e di dollari. Per la terza volta, dopo Tokyo 1991 e Osaka 2007, il Mondiale di atletica va in scena in Giappone, riaccendendo le luci sull’impianto della capitale nipponica teatro nel 2021 di meravigliosi, in chiave azzurra, Giochi olimpici. Nell’estate di quattro anni fa gli ori di Marcell Jacobs nei 100 metri, Gianmarco Tamberi nell’alto, della staffetta 4×100 e di Massimo Stano e Antonella Palmisano nella marcia segnarono lo spartiacque tra un passato recente di galleggiamento e un presente di esaltazione generale, nel quale il movimento è diventato faro del vecchio continente, con due trionfi in Coppa Europa e la vetta nel medagliere nella rassegna assoluta di Roma e in quella Under 20 di Tampere. Nella ventesima edizione del Mondiale, con 2203 atleti da 198 nazioni e 49 titoli da assegnare in nove giorni, l’Italia si presenta ai blocchi con una spedizione record in quantità e qualità.

MEGLIO DI GOTEBORG

Mai prima d’ora il plotone tricolore aveva raggiunto quota 90 iscritti (dodici in più di Budapest 2023) e annoverato almeno 6 carte pesanti da medaglia, tanto da porsi come obiettivo ambizioso di migliorare il bottino di Goteborg 1995: due ori e sei podi. Nonostante i due uomini simbolo del boom olimpico di Tokyo 2021 siano in ritardo di condizione – Jacobs ha gareggiato (male) solo una volta a metà giugno e in un’estate da mistero si è rintanato a Desenzano per poi volare in Cina dal guru Rana Raider; il neo papà Tamberi ha sciolto all’ultimo la riserva dopo aver frequentato nelle recenti uscite misure modeste – gli azzurri tornano sul luogo del delitto con altri candidati per compiere lo scalpo. Tre uomini (Leonardo Fabbri, Andy Diaz e Mattia Furlani) e altrettante donne (Antonella Palmisano, Nadia Battocletti e Larissa Iapichino) sono i principali indiziati, quattro dei quali nei concorsi. Dopo l’epopea di velocità e marcia stavolta sono quindi peso, triplo e lungo la panacea del team, sebbene il tacco e punta sia ancora presente. Anzi, in ordine cronologico, sarà proprio la finale iniziale – la 35 chilometri di marcia, al via all’una italiana della notte tra venerdì e sabato – a consegnarci la prima carta da podio con Antonella Palmisano, l’unica ancora brillante tra gli olimpionici di Tokyo: il collega di settore Massimo Stano è assente per infortunio. La tarantina di Mottola comincerà con la distanza lunga, dove vanta il secondo crono di accredito, per poi doppiare con la 20, recupero permettendo: a Tokyo più che la temperatura a preoccupare è l’altissimo grado di umidità.

LEADER STAGIONALE NEL PESO

La giornata inaugurale regalerà il palcoscenico anche a Leonardo Fabbri, leader stagionale nel peso (specialità dove il vincitore della Diamond League Kovacs si è arenato ai Trials e il campione di tutto Crouser ha sfruttato la wild card seppur senza apparizioni nell’anno), e a Nadia Battocletti, impegnata nella finale diretta dei 10.000 da argento olimpico in carica. La trentina disputerà pure i 5.000 con l’obiettivo di scalfire il dominio delle africane. Arrembanti i due saltatori capaci di azzannare il podio undici mesi fa a Parigi. Nel ranking stagionale del triplo Andy Diaz guarda gli altri dall’alto al basso conscio dopo la conquista del diamante a Zurigo di poter ambire al bottino grosso. Nella graduatoria del lungo Mattia Furlani è secondo, ma l’ellenico Tentoglou non sembra più imbattibile.

IL SETTEBELLO

Sia l’allievo di Fabrizio Donato sia il pupillo di mamma Kathy Seck hanno trionfato in primavera ai Mondiali indoor, dove invece Larissa Iapichino aveva rinunciato dopo essersi presa il trono continentale al coperto. La fiorentina, reduce dal successo nell’atto conclusivo della Diamond League, è la terza incomoda nel lungo tra Tara Davis e Malaika Mihambo. Fin qui i pezzi pregiati, ma nel mazzo la squadra azzurra potrebbe scovare anche un settebello da affiancare ai sei assi. I nomi più quotati potrebbero essere Lorenzo Simonelli nei 110 ostacoli e Matteo Sioli nell’alto, mentre a estrarre il genio dalla lampada potrebbe ambire il quartetto della staffetta mista, ultima finale della prima giornata. L’alba della rassegna potrebbe quindi già scandire il colore del Mondiale, sperando che nel suo levarsi il sole si tinga d’azzurro. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA


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