Segnali di apertura per i centristi nel campo largo: da questa sera prende avvio a Pesaro, in località Baia Flaminia, la Festa dell’Unità. La manifestazione, che si terrà fino al primo settembre, è vista dai democratici come un trampolino di lancio per la campagna elettorale volta a riconquistare la Regione Marche.
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Numerosi saranno gli ospiti che si alterneranno sul palco per dibattiti e confronti. Tuttavia, la presenza di uno in particolare sta sollevando qualche perplessità tra i sostenitori più convinti del Pd: Matteo Renzi, il convitato di pietra. A volerlo è stato l’ex sindaco della città Matteo Ricci, ora eurodeputatato a Bruxelles, che alle elezioni di giugno ha passato il testimone al compagno di partito Andrea Biancardi.
L’intervento di Ricci
In un’intervista a Repubblica, l’ex sindaco ha spiegato le ragioni dell’invito: «Alla Festa di Pesaro da sempre si fanno confronti con esponenti di altri partiti anche di centro e di destra — sottolinea Ricci — e confrontarmi sull’alternativa con Renzi mi sembra interessante e utile. Si voterà nel 2027, ma dovremo essere pronti anche in caso di una accelerazione degli eventi politici». Poi, ricorda: «Nel prossimo autunno ci saranno molte turbolenze politiche per la maggioranza: una Legge di Bilancio senza deficit e difficilissima da comporre, le elezioni regionali che possono vederci vittoriosi, l’autogol dell’autonomia differenziata, le elezioni statunitensi. Il quadro politico potrebbe cambiare rapidamente e noi dobbiamo essere pronti». E sul possibile ritorno del leader di Italia Viva nel Partito democratico, l’ex sindaco chiarisce: «Renzi non tornerà nel Pd e nessuno ne sta chiedendo il ritorno. Ha fatto tanti errori e ha tante contraddizioni, ma, se vuole, ha l’intelligenza politica per favorire la nascita di una forza politica di centro, nuova e costruita insieme a tanti altri. Di questo stiamo parlando, dell’alternativa cui lavorare, per vincere a partire dalle prossime elezioni regionali in Umbria, Emilia Romagna e Liguri».
Avversione per Renzi
Un invito che ha fatto storcere il naso ai puritani dem. Ma la reazione forse più emblematica è arrivata dalla Festa nazionale del Pd a Reggio Emilia, dove c’è chi ha espresso risentimento alla sola pronuncia del nome. Non appena Bersani, ospite sul palco dell’evento, ha pronunciato il nome di Renzi dal pubblico sono partite delle proteste: «Noooo!». «Calma, calma! Bisogna costruire l’alternativa superando i veti e le ambiguità» ha ribadito Bersani. Ma il pubblico era inferocito. A Reggio Emilia c’era anche Stefano Patuanelli. Il senatore del M5S sul possibile ingresso di Matteo Renzi ha dichiarato: «Toglierei dal dibattito il nodo Renzi – ha spiegato – che si sta già schiantando da un’altra parte e può andar bene così».
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Gli applausi a Calenda
Patuanelli ha poi elogiato Carlo Calenda, presente anche lui sul palco: «Quello che ha detto oggi qui è condivisibile, nel metodo, nel non prendere in giro gli italiani quando si fanno proposte perché ci sono emergenze che vanno affrontate con serietà e non facendo grandi proclami». Il leader di Azione è un habitué alle Festa dell’Unità, e la sua accoglienza all’evento di Reggio Emilia non è stata per niente ostile quest’anno, anzi, ha ricevuto addirittura qualche applauso. Non sono mancate però da parte sua le frecciate ai dem e al M5s: «Vogliamo parlare di sanità? La verità è che è stata tagliata da quasi tutti i governi degli ultimi 20 anni, compreso quello di cui ho fatto parte io». Applausi dal pubblico.
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