Non si dà pace, piange, crolla davanti alle telecamere, poi si rianima e chiede giustizia: «Ergastolo per quel mostro. L’ho trattato come un figlio. E pensare che lui (assieme ai suoi genitori) ha anche partecipato alle ricerche di mia figlia. Non ha avuto esitazione a rassicurarmi e a darmi forza, mentre ora vengo a sapere che è stato arrestato per aver massacrato la mia Martina». Eccola Enza Cossentino, madre di Martina. Viso stravolto dal dolore, contratto dalla rabbia, mentre si rivolge a telecamere e taccuini di decine di giornalisti. Ripercorre il dramma della morte della figlia, ma anche del «tradimento» subìto per aver «riposto fiducia in un ragazzo, un lavoratore dal volto pulito, che era stato accolto in casa per due anni come un figlio». L’intervista che segue è frutto delle domande che le sono state poste ieri mattina, sotto la sua abitazione di via Imbriani, da diversi giornalisti, mentre Enza (assistita dal penalista Sergio Pisani) rincasava dopo la seconda notte insonne.
Cosa prova in questo momento?
«Tremo al pensiero di dover entrare nella stanzetta di Martina, di non poter più abbracciare la mia piccola».
Ha mai nutrito sospetti sull’ex fidanzato di Martina?
«Già nella serata di lunedì, quando mia figlia era scomparsa da un paio di ore. L’ho chiamata, ma non rispondeva. Sapevo che era stata con Alessio».
Cosa sapeva del loro rapporto?
«Mia figlia non se la sentiva di portare avanti questo rapporto. Non voleva più stare con lui. Io gli spiegavo che l’amore finisce, l’ho detto a quel ragazzo che a 14 anni si ha il diritto di scegliere e di rifarsi una vita».
Ma non aveva percepito dei rischi per sua figlia?
«Con il senno di poi, mia figlia mi ha confidato di aver ricevuto una sberla in pieno viso appena qualche settimana fa. È stato in quella occasione che le dissi che se non se la sentiva più aveva il diritto di troncare, soprattutto se lui era stato violento».
Nessun altro allarme?
«Lui era stato a casa nostra di recente, gli avevo anche preparato il pranzo. Ricordo che pianse, perché mia figlia non voleva più stare con lui. Ma a pensarci bene, penso a una frase della madre di Alessio, parole che oggi bruciano sulle mie ferite».
Cosa le avrebbe detto la mamma di Alessio?
«Mi disse: «Guardati tua figlia che succede qualcosa». Non so se fosse una minaccia o un avvertimento, non l’ho ancora capito. Ma di cosa dovevo guardarmi?».
Chi era sua figlia Martina?
«(Piange, non trattiene le lacrime)… Era il sole, era la mia vita. Era tutto per me e ora non ce l’ho più. Non ho il coraggio di rientrare a casa, ora che mi è stato comunicato ufficialmente la sua fine».
Torniamo ad Alessio Tucci. Come si è comportato in questi due giorni?
«Ci è stato vicino. Si è mostrato addirittura rassicurante in alcuni momenti, mentre in altre occasioni sembrava anche lui sinceramente preoccupato. È stato con noi nelle ricerche».
Nulla di strano nel suo contegno?
«Il mio compagno ha insistito su un punto. Gli ha chiesto cosa avesse fatto dopo aver incontrato nostra figlia lunedì pomeriggio e lui ci ha risposto che era tornato a casa a fare una doccia. E mio marito lo ha provocato, chiedendogli se avesse voluto togliersi tracce di sangue che aveva addosso. Una domanda rimasta senza risposta, ora capiamo perché».
Poi cosa è successo?
«Mi ha giurato che non l’aveva neppure sfiorata, che non le aveva fatto nulla, è rimasto convincente per tutto il tempo».
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