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Albania, Rama sbanca le urne. Tiene l’accordo con Roma sui Cpr


All’ingresso dei seggi, gli elettori ricevono inchiostro indelebile blu sul polpastrello: un’impronta sulla scheda per il futuro dell’Albania. Sotto il sole, fuori dalle scuole o le palestre, gli albanesi andati al voto ripetevano ieri quasi tutti la stessa frase, al di là delle opinioni politiche, della preferenza per il premier socialista Edi Rama, a caccia del quarto mandato, o dell’ex presidente Sali Berisha, i due grandi sfidanti di questa tornata: «Ho votato per un avvenire migliore», «più sicuro», «più stabile», «in cui le regole vengano rispettate» e soprattutto, per «un’Albania finalmente europea». Oltre 2mila osservatori, tra inviati internazionali (soprattutto europei) e nazionali, hanno vigilato sullo svolgimento dello scrutinio. Dalla fine del regime comunista, ogni elezione è stata sistematicamente contestata e seguita da accuse di brogli, frodi e compravendita di voti. Ieri i seggi sono stati costantemente tenuti d’occhio, i candidati che cercavano di convincere gli elettori fin dentro i seggi allontanati, chi cercava di fotografare le schede fermato o arrestato. Più del risultato, contava questo: dimostrare all’Europa di essere una democrazia che funziona. I primi exit poll hanno confermato i pronostici della vigilia: una vittoria netta dei socialisti di Rama, che avrebbero ottenuto 79 dei 140 seggi del parlamento albanese, cinque in più rispetto all’attuale mandato. Ferma invece a 54 la coalizione di centrodestra di Berisha. I circa 3 milioni e 700 mila albanesi chiamati alle urne non si sono mobilitati in massa, con un’affluenza del 41 per cento secondo i primi dati, in calo rispetto alle ultime elezioni del 2021. Da considerare che il numero complessivo degli elettori include anche circa 1,8 milioni di albanesi della diaspora, dei quali solo 246 mila si erano iscritti al voto. L’inarrestabile Rama — fautore e difensore dell’accordo col governo italiano sui centri migranti di Shëngjin e Gjadër — ha lanciato la sua campagna con lo slogan «L’Albania nel 2030 nell’Ue, solo con Edi e il Partito Socialista». I negoziati per l’adesione si sono aperti nel 2020. Ex leader studentesco opposto al regime comunista che ha dominato il Paese per oltre quattro decenni, Rama è a capo del governo dal 2013. L’opposizione lo accusa regolarmente di legami con il crimine organizzato. Lui si dice pronto a «ritirarsi dalla vita politica se qualcuno riesce a dimostrare legami con la corruzione o con ambienti criminali». Nel dicembre 2019 ha creato la Procura speciale contro la corruzione e il crimine organizzato (Spak) che nel 2024 ha avviato indagini contro 33 ex alti funzionari, tra cui ex ministri, deputati o eletti locali: l’attuale sindaco di Tirana ed ex braccio destro di Rama, Erjon Veliaj, sospettato di corruzione, è in prigione. In carcere anche l’ex primo ministro ed ex presidente Ilir Meta, leader del Partito della Libertà, alleato di Berisha. Primo presidente non comunista dell’Albania, Berisha si è alleato con oltre una ventina di altri partiti contro Rama. Ha condotto una campagna “trumpiana” promettendo una «Great Albania», con un programma di rilancio economico e ha assoldato un consulente americano del Partito Repubblicano, Chris LaCivita. Occhiali da sole rotondi che ringiovaniscono, l’ottantenne Berisha si è fermato solo qualche istante sulle scale di marmo del liceo artistico «Jordan Misja» ieri, dichiarando l’11 maggio elettorale come «un giorno dell’estate albanese» e incitando i concittadini ad andare alle urne: «votate, votate, votate».

LO SPOGLIO

Stesso appello dalla presidente del Parlamento, Elisa Spiropali: «Mostriamo a tutti che siamo europei, nello spirito e nel cuore, per le nostre idee ma anche per i nostri valori. Più voteremo, più daremo prova di responsabilità civica e migliore sarà il nostro futuro». L’ambasciatore dell’Ue in Albania, Silvio Gonzato, ha definito «molto importante» il corretto svolgimento delle elezioni, anche se, ha aggiunto, «il giorno delle elezioni è solo un aspetto, perché abbiamo avuto prima la campagna elettorale, poi ci sarà il processo di spoglio». La Commissione elettorale ha annunciato che i risultati definitivi, al di sopra di qualsiasi sospetto di irregolarità, dovrebbero arrivare entro domani, e comunque prima del sesto vertice del Consiglio Politico Europeo (organismo informale ampliato a stati non ancora membri dell’Unione) che si svolgerà il 16 maggio proprio a Tirana. Ad aver quasi disertato le urne è stata Valona, con un’affluenza che ha superato di poco il 25%. Tutta «colpa» del Giro d’Italia: la terza tappa attraversava ieri la città.

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