16.05.2025
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al via petizione e diffida


«Il Papa fermi questo inutile scempio anacronistico». Gli abitanti trentini della Val di Ledro si stanno rivoltando all’idea di abbattere un gigantesco abete alto trenta metri e vecchio di duecento anni destinato a morire per essere trasportato in Vaticano per le feste natalizie, pronto a diventare l’albero di Natale del Giubileo. La maestosa pianta secolare è stata individuata tra i monti e le foreste a Passo Nota, sul vecchio confine austro-ungarico, a una manciata di chilometri dal Lago di Garda, a 1.200 metri di altezza ma qualcosa è andato storto e le proteste stanno dando filo da torcere alle autorità locali. Prima su Change.org è partita una raccolta di firme che ha quasi raggiunto le 50 mila adesioni, poi è arrivata anche una diffida che un avvocato ha già messo nero su bianco e che impedisce a chiunque di tagliare quell’albero. «Siamo contrari a questa inutile strage — spiegano i Comitati e le associazioni — Non ha senso poi parlare di danni dovuti al cambiamento climatico se poi perpetuiamo usanze come questa, che impone la morte a un abete secolare, simbolo degli altri milioni di alberi che vengono abbattuti in Italia e nel mondo ogni anno per una festa di cui l’albero non è nemmeno il simbolo. Sarebbe bello vederlo decorato ma dove si trova ma senza abbatterlo. Molti giovani, negli ultimi anni, hanno acquisito un diverso sentire nei confronti della natura e ci stanno dando man forte». 

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RICHIESTA

I comitati si rifanno anche alla storica enciclica di Francesco Laudato Sì: «Chiediamo a Sua Santità di scongiurare questo taglio e di venire da noi in Valle a visitare la bellezza di questo luoghi».

Lorenzo Vescovi, del Comitato Quaranta (quaranta come gli alberi donati dal Comune di Ledro al Vaticano) parla di un contratto «del Comune di Ledro con il Governatorato del Vaticano che ha messo a bilancio 60mila euro di risorse pubbliche per la fornitura e il trasporto dell’albero, una cifra spropositata che potrebbe essere spesa per altre necessità dei 5 mila residenti di Ledro». Soldi che potrebbero essesre invece impiegati in «investimenti nella sanità visto che mancano i medici di base o anche per risolvere la situazione dei trasporti in Valle che è disastrosa: la galleria che ci collega a Riva del Garda è rimasta chiusa per un lungo periodo per infiltrazioni». 

PROTESTE

Da Ledro arriva poi un suggerimento per il Vaticano: «Perchè non pensare di realizzare un albero artistico permanente con legna derivante dagli alberi caduti a causa degli eventi climatici, come è stato fatto a Molveno con l’Orso o il Drago Vaia sull’Altipiano Cimbro?».

Ogni anno vengono regalati al Papa gli abeti più belli provenienti da diverse foreste europee. Una iniziativa che introdusse Giovanni Paolo II per dare risalto sia alla tradizione nordica dell’albero di Natale che a quella presepiale. Ai piedi dell’abete, infatti, viene allestito anche un monumentale presepe che durante il periodo natalizio è ammirato dai visitatori di tutto il mondo. Croazia, Polonia, Germania, Francia, Slovenia e diverse regioni dell’Italia. Gli abeti arrivano a destinazione scortati fino in piazza san Pietro dopo un lungo viaggio su un tir attrezzato per i trasporti eccezionali. I Vigili del Fuoco vaticani provvedono a montarlo e ad addobbarlo facendo in modo che tutto sia pronto per la cerimonia di accensione prevista per la vigilia dell’Immacolata, l’8 dicembre. 

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L’anno scorso è l’abete è stato abbattuto nelle foreste dell’alta valle Maira, nel comune piemontese di Macra, in provincia di Cuneo. Si è trattato di un esemplare di 28 metri, pari a 65 quintali di peso. Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, aveva spiegato che la pianta doveva essere abbattuta perché i vigili del fuoco avevano riscontrato il rischio di cedimento, dopo 56 anni di vita. Il taglio era già preventivato e autorizzato dalla Regione. Il costo di tutta l’operazione si era aggirato attorno ai 65 mila euro (di risorse pubbliche). Finite le feste l’albero era stato inviato «a una ditta che avrebbe trasformato in giocattoli per bambini da distribuire tramite la Caritas».

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