Ancora pochi giorni di vacanza e poi oltre 7 milioni di studenti italiani torneranno tra i banchi di scuola. Ad attenderli ci sarà un nuovo anno scolastico che promette una maggiore stabilità rispetto al passato. E la stabilità passa dalle nuove assunzioni ma anche da una maggiore possibilità di coprire le cattedre vuote, anche tramite docenti disposti a trasferirsi in altre regioni ma impossibilitati a farlo a causa del caro-vita. In che modo? Con un Piano Casa, che possa sostenere gli insegnanti con prezzi agevolati. Il ministro all’Istruzione e al merito Giuseppe Valditara ha chiesto infatti di inserire il personale scolastico nelle categorie destinatarie delle agevolazioni per gli alloggi.
DA SUD A NORD
Spesso l’idea di doversi trasferire dal Sud e cercare una casa in affitto, ad esempio in una città “costosa” come Milano, spaventa un docente al primo incarico e con uno stipendio, quindi, di partenza. Ci sono infatti ancora regioni che soffrono la mancanza di insegnanti, soprattutto al Nord, e il ministero sta cercando misure pratiche per sostenere i fuori sede: «Dobbiamo risolvere il problema della scopertura delle cattedre in regioni come Lombardia e Veneto — ha spiegato il ministro all’istruzione e al merito, Giuseppe Valditara — per questo ho chiesto al ministro Matteo Salvini di inserire il personale scolastico nel Piano Casa, per incentivare la mobilità interregionale dei docenti».
L’idea di agevolare il personale scolastico nella mobilità interna è uno dei principali obiettivi che il Ministro Valditara si è posto fin dall’inizio del suo mandato. Ne ha parlato anche di recente, annunciando infatti che nei prossimi progetti di edilizia residenziale sociale verranno destinati degli alloggi a prezzi calmierati anche al personale della scuola, per coloro che si trasferiscono per motivi di lavoro. L’obiettivo, come riferito dal ministro, è offrire ai docenti e al personale tecnico amministrativo possibilità di coniugare lavoro e vita privata.
I NUOVI PROF
E intanto si parte con la nuova fase assunzionale: gli alunni infatti troveranno in cattedra 41.901 i nuovi docenti che entreranno in ruolo, entro settembre. Si tratta del 76,8% dei posti disponibili a livello nazionale. Una soglia decisamente alta rispetto al 2024 quando le assunzioni arrivarono al 47,6%. In crescita anche i dati delle assunzioni sul sostegno: arriveranno in aula 7.820 nuovi docenti per un totale di circa 121.879 insegnanti di ruolo e una copertura di organico al 95,2%.
Non solo, per la prima volta quest’anno il ministero di viale Trastevere ha stabilito che, per garantire la continuità didattica agli studenti con disabilità, le famiglie potranno chiedere di confermare i supplenti dell’anno precedente. La novità ha raccolto parere favorevole da circa una famiglia su due. «L’avvio di questo anno scolastico — spiega il ministro Valditara — è incentrato su stabilità e continuità didattica. La stabilità viene garantita con le oltre 41mila assunzioni di docenti, la continuità grazie alla possibilità di confermare, su richiesta delle famiglie degli alunni con disabilità, i docenti precari sul sostegno. È una misura di grande civiltà per la quale, in questo primo anno di avvio, ci sono state 58.000 richieste di conferma da parte dei genitori su un totale di 120mila posti. Ritengo sia anche una manifestazione di grande apprezzamento verso il lavoro svolto dagli insegnanti. Certamente si va a privilegiare il rapporto umano che si è instaurato tra docente e alunno. Si tratta di una misura attesa da oltre 20 anni dalle associazioni delle famiglie di ragazzi con disabilità, su cui anche i tribunali amministrativi ci hanno dato ragione, respingendo i vari ricorsi presentati».
Una volta conclusa la fase delle immissioni in ruolo su posto comune la copertura dell’organico sarà pari al 97,3%, quasi totale quindi e in rialzo rispetto al 94% dello scorso anno scolastico. Tra le misure sulla scuola, quest’anno, arriveranno anche fondi destinati agli istituti paritari: «Il sostegno agli istituti paritari è importante — aggiunge il titolare di viale Trastevere — perché garantisce la libertà di scelta educativa che è un principio costituzionale: ne ho parlato con il ministro Giancarlo Giorgetti il 6 agosto scorso e il tema è stato trattato anche dalla premier Giorgia Meloni al meeting di Rimini. Dobbiamo verificare in quali forme: troveremo maggiori risorse per la scuola italiana e quindi anche per la scuola paritaria che svolge, va ricordato, un servizio pubblico».
LA RIFORMA
I temi sul tavolo sono ancora tanti, dunque, ma tra gli studenti quello più caldo è probabilmente la riforma dell’esame di Stato che da quest’anno si chiamerà solo “esame di Maturità”. È in arrivo infatti il testo del decreto: «Tra poche settimane — assicura Valditara — arriverà il decreto di riforma dell’esame di maturità: ovviamente in tempo utile per garantire agli studenti dell’ultimo anno di prepararsi. La riforma ha l’obiettivo di ridare valore al concetto di maturità che sancisce il passaggio alla fase adulta della vita».
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