Vannacci non retrocede. I team dell’ex generale “vanno avanti, come prima e più di prima”. Detta il passo e insiste l’ex paracadutista e vicesegretario della Lega sull’attività dei 170 comitati territoriali ispirati al suo best seller “Il mondo al contrario”, destinati a diventare 200 a breve. Roberto Vannacci non vede alcuno stop ai suoi team nelle decisioni del Consiglio federale della Lega di martedì e continua a muoversi sul filo sottile di una partita interna sempre più tesa. Nel partito, le reazioni si dividono: da un lato chi prende le distanze dai team dell’ex generale, dall’altro i vannacciani che alzano la posta e non rinunciano alla sfida. Ed è proprio a Varese, culla lombarda del Carroccio, che gli animi si scaldano. La “Bersagliera di Vannacci”, Stefania Bardelli, annuncia la possibilità di presentare una lista civica da lei promossa alle prossime amministrative. “Sono una libera cittadina italiana e nessuno ha il diritto di dirmi che cosa devo fare” ha dichiarato, aggiungendo: “Non è che la Lega possa venire a dirmi che cosa posso o devo fare. Lo stesso Roberto Vannacci è stato chiaro: non abbiamo alcun dovere. Noi non ci ispiriamo alla Lega ma al Mondo al contrario”. Parole che confermano la linea già tracciata dal generale. E se Vannacci aveva auspicato che i suoi team, qualora decidessero di candidarsi, lo facessero con la Lega, Bardelli è di tutt’altro avviso: “Io sono di Varese: se in vent’anni non mi sono mai avvicinata alla Lega un motivo ci sarà. Varese è una città a pezzi”. Una posizione che non piace dentro il Carroccio. Infatti, all’interno della vecchia guardia cresce il timore che le incursioni dei “vannacciani”, più radicali per toni e proposte, possano creare confusione tra gli elettori e penalizzare il partito alle urne. I capigruppo parlamentari Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari – che guidano la Lega in Lombardia e Piemonte – tornano sul tema e frenano: per Romeo “il messaggio – di Salvini — è stato molto chiaro: no a un partito nel partito”, pur specificando che “nessuno vieta a un iscritto alla Lega di far parte di un’associazione culturale”. Dello stesso avviso Molinari: “I team non possono essere strutture politiche parallele o alternative a noi. Le liste devono avere la tessera della Lega, non dei team”. Dal Veneto, invece, arrivano toni più distesi da due leghisti già protagonisti della convivenza Carroccio-Vannacci. Stefano Valdegamberi, leghista, amico del generale e iscritto alla sua associazione, minimizza: “Non c’è competizione o contraddizione con la Lega. L’associazione di Vannacci può rafforzare il partito, non sono due cose inconciliabili”. Ancora più convinto il padovano Giulio Centenaro, da vent’anni nella Liga veneta: “Vannacci è un valore aggiunto e la Lega ne trarrà beneficio. Io apprezzo alcune cose che dice, ad esempio sull’autonomia, e non ne apprezzo altre. Ma non vedo pericoli per noi”. Matteo Salvini perora resta fuori dalle polemiche, ma scagiona Vannacci dal crollo subito in Toscana. “Lì non è andata bene” ammette il segretario, e tuttavia, se ne assume la responsabilità: “Ogni sconfitta mi serve a capire dove io, e non altri, ho sbagliato, e dove posso e devo migliorare per fare meglio la prossima volta”.
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