ROMA – La discussione sul via libera alla manovra in Senato ricorda per molti una partita giocata «alla Allegri»: difensiva, cauta, ma sufficiente per portare a casa il risultato. «Tutto quello che ci avevano chiesto l’abbiamo fatto e nel testo c’è tutto», sintetizza il leghista Massimiliano Romeo.
Punti salienti dell’approvazione
Il clima in Aula resta teso, ma la maggioranza difende la qualità degli interventi. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sottolinea: «Siamo intervenuti su questioni che sembravano quasi impossibili». Sul tema delle pensioni, il collega Claudio Durigon assicura: «Troveremo una soluzione affinché l’aumento di un mese dell’aspettativa di vita nel 2027 venga sospeso». Poco prima del voto finale, la commissione Bilancio elimina dal testo cinque norme a rischio di incostituzionalità. Tra queste, la norma che avrebbe «salvato» gli imprenditori condannati per sottopagamento dei lavoratori.
Dibattito e proteste in Aula
Le opposizioni si oppongono compatte: Carlo Calenda (Azione) riconosce «prudenza» nei conti, ma evidenzia l’assenza di «visione di governo». Matteo Renzi (Iv) definisce la legge «brutta e senz’anima, mediocre come Giorgetti». Per Tino Magni (Avs) è una manovra «classista e contro i deboli», mentre Francesco Boccia (Pd) sottolinea i tagli a servizi e diritti civili. Stefano Patuanelli (M5S) accusa: «Avete introdotto il fine lavoro mai, per questo cresce l’occupazione». Dai banchi della minoranza compaiono cartelli: «Voltafaccia Meloni». Dalla maggioranza, Maurizio Gasparri replica duramente: «C’è chi ai poliziotti e ai carabinieri spacca le teste nelle vie di Torino e chi mette i soldi per la loro previdenza e i loro straordinari». Nicola Calandrini (FdI) ribadisce che «non c’è legge di Bilancio senza scontro» e aggiunge: «Con voi si è sempre navigato a vista, con noi si segue una strategia ben precisa».
Giorgetti-Salvini: verso una tregua nella Lega
La giornata segna anche il ritorno al dialogo tra Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti, dopo giorni di tensione. Incontro veloce nella sala del Governo a margine del voto finale. Giorgetti trova spazio per l’ironia: «Magari gli porto un po’ di carbone sotto l’albero. Ma siamo in transizione green e non si usa più». Rivendica la tassa ridotta del 5% sugli aumenti contrattuali per i redditi medio-bassi: «Era qualcosa che veniva chiesto da sempre dai sindacati e l’abbiamo fatto». Salvini nega credibilità alle ricostruzioni sui dissidi: «Solo fantasy. Poi la gente si chiede perché sempre meno persone leggono certi articoli». Il partito, in aula, si appella però a maggiore attenzione per i dettagli della manovra. Romeo spiega: «Il nostro intervento è servito a migliorare l’andamento della manovra».
Verso la Camera e i prossimi passi
Il fronte pensioni resta comunque aperto. Durigon conferma: «Il nostro obiettivo è trovare una soluzione affinché questo mese nel 2027 venga azzerato». Intanto si parla già del secondo tempo della partita, con la manovra che dal 27 attende approvazione alla Camera. Il ministro per la Pa Paolo Zangrillo, come altri colleghi, spera di passare più tempo con la famiglia mentre Luca Ciriani, ministro per i rapporti con il Parlamento, ringrazia pubblicamente opposizione e collaboratori: «Hanno lavorato di notte, rimangono sempre nell’anonimato, ma hanno faticato molto». In una sala Garibaldi ormai vuota, tecnici e assistenti sono già pronti per il trasferimento a Montecitorio. La partita della manovra continua.
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