Meteo pazzo: ieri pioggia a 2200 metri di quota e cannoni fermi da giorni. L’industria della neve, dopo l’inizio scintillante del ponte dell’Immacolata, attende con trepidazione l’abbassamento delle temperature. Sulle piste ieri erano davvero in pochi: nebbia e umidità di certo non incoraggiavano il popolo dello sci. La spolverata di fine novembre, con le basse temperature che si erano registrate per alcuni giorni, avevano permesso agli impiantisti di accumulare un «tesoretto di neve» che aveva consentito di aprire numerose piste. Ma da inizio dicembre ci si è trovati con temperature abbondantemente sopra lo zero. E se a ovest l’arco alpino sorride all’arrivo della neve, nei quattro comprensori bellunesi del Dolomiti Superski si limitano i danni, garantendo per ora agli sciatori il 40 èer cento di piste aperte (134 chilometri sui 352 totali) e il 63 per cento degli impianti in funzione (66 su 104 complessivi).
L’IMPOTENZA
«I pochi che sono venuti a sciare oggi (ieri) sono eroi -riconosce il direttore di Alleghe Funivie Christian Moretti- c’è nebbia e umidità. La neve è bagnatissima, le piste sono umide e questa situazione non aiuta affatto. Da domenica le temperature dovrebbero abbassarsi, poi e prevista una perturbazione per martedì, ma bisognerà verificarne l’intensità. È un inizio di stagione difficilissimo, e per noi che ci lavoriamo dal punto di vista umano abbiamo una sensazione di impotenza. Negli ultimi giorni abbiamo fatto neve programmata soltanto per qualche ora a notti alterne, ma sono tre settimane che non riusciamo ad attivare i cannoni con continuità, se viene freddo in quattro o cinque giorni facciamo tantissima neve. Ski Civetta ha aperti 23 chilometri su 72 e in funzione 12 piste. Con sabato apriremo anche i collegamenti fra Alleghe — Selva di Cadore e Zoldo e avremo così il 40 per cento delle piste aperte. Se arriverà il freddo potremo aprire una pista ogni due giorni, e per Natale contiamo di aprire buona parte delle piste».
Falcade
Nella ski area Falcade – San Pellegrino le cose appaiono migliori, con 20 impianti aperti su 23. «Ha imbiancato oltre i 1900 metri -spiega il direttore del comprensorio Mirco Tancon — e sotto tale quota la pioggia non ha fatto danni. Ci manca circa il 30 per cento di piste da aprire e contiamo di farlo per le feste di Natale. Buono l’afflusso di inizio stagione, merito di tutti gli addetti e grazie anche agli investimenti della società di questi ultimi anni, pari un milione di euro circa per l’innevamento soltanto in questa stagione, e ce ne saranno altri per il futuro. È disponibile un importante bacino d’ accumulo a lago Cavia, e grazie al potenziamento delle sale pompe e la capillarità delle condotte idriche riusciamo a portare acqua dappertutto rapidamente».
Arabba
Nel comprensorio Arabba Marmolada, sabato scorso aveva fatto scalpore la lunga fila di sciatori, in coda anche per 45 minuti per la seggiovia che collega la zona del Padon con quelle del paese, era stato necessario chiudere la pista per poca neve. Qui risultano aperti 21 su 25 impianti, e 42 chilometri su 60 complessivi. «I collegamenti con il Sellaronda e la Marmolada sono agibili -spiega l’a.d. di Funivie Arabba Diego De Battista — mancano sei piste per aprire tutto il comprensorio e contiamo di arrivare all’obiettivo per Natale. Con due o tre notti di temperature basse riusciremo a chiudere l’innevamento di tutti i tracciati».
Cortina
A Cortina risultano in funzione 14 dei 34 impianti, con 30 chilometri di piste su 120. «Ci aspettiamo un abbassamento delle temperature e siamo pronti per continuare l’innevamento -spiega il presidente di Cortina Ski World Marco Zardini — ma sono temperature che si sono già viste anche negli anni passati».
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