La Manovra di bilancio entra nel vivo ora che il pacchetto per le imprese da 3,5 miliardi è arrivato ieri in Senato. Il mondo produttivo potrà contare su altri 531 milioni per la Zona economica speciale unica del Mezzogiorno e su 1,3 miliardi stanziati per finanziare Transizione 4.0. Cambiano anche l’iper e il superammortamento, il cui orizzonte diventa triennale: la misura sarà estesa fino al 30 settembre 2028, tenendo fede agli impegni presi con Confindustria. Il valore massimo delle agevolazioni sarà del 180%. Sono quindi saltate le maggiorazioni che avrebbero ad esempio portato gli investimenti green al 220%, e stop anche agli aiuti per investimenti fatti fuori dall’Europa. Per Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, le modifiche approdate in Senato sono «la via giusta per avere un piano industriale del Paese».
Le imprese ottengono anche il rifinanziamento del fondo sul caro materiali e del Piano casa. Per quest’ultimo ci sono in totale 300 milioni: 150 milioni l’anno per il 2026 e il 2027. Altri 150 milioni nel 2026 e 150 milioni nel 2027 andranno al Ministero del Lavoro per il programma «Politiche passive del lavoro e incentivi all’occupazione», mentre 800 milioni nel 2026 e 400 milioni nel 2027 al Ministero delle Infrastrutture per il programma «Edilizia statale ed interventi speciali e per pubbliche calamità».
Gli imprenditori, dal 2029, dovranno però fare i conti con un inasprimento delle misure anti-evasione. La stretta riguarda il pagamento di fatture elettroniche tra imprese, un intervento in linea con la digitalizzazione del Fisco e la lotta contro i fenomeni elusivi ed evasivi. Cosa cambia? Dal 2029 scatterà una ritenuta dell’1%, al netto dell’Iva da corrispondere. Dalla misura sono esclusi i contribuenti che aderiscono al concordato preventivo biennale e all’adempimento collaborativo. Dalla misura, quando entrerà in vigore, sono attesi circa 1,4 miliardi. Di marca parlamentare e non del governo è invece una riformulazione che rivede Industria 4.0. Prima di tutto, gli investimenti non saranno più legati al concetto di «industria»: nella nuova versione si parla di «paradigma 4.0». Cambiano anche alcuni dei beni funzionali che rientrano nei possibili incentivi, ad esempio sistemi basati sull’integrazione di immagini, esoscheletri e impianti tecnologici necessari a garantire le condizioni ambientali e operative dei processi produttivi.
Un altro miliardo e tre di coperture per la manovra arriverà invece dalle assicurazioni. Il meccanismo prevede che le compagnie anticipino l’85% del contributo al Servizio sanitario nazionale, previsto sotto forma di maggiorazione sui premi Rc auto.
Entra nel testo anche la revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, o meglio gli effetti dell’ultima rimodulazione approvata dall’Unione europea sull’indebitamento netto. Come previsto, arriva lo slittamento dei finanziamenti per realizzare il Ponte sullo Stretto. Dopo lo stop all’iter dell’infrastruttura dettato dalla Corte dei conti, 780 milioni iscritti nel bilancio di quest’anno saranno spostati in avanti, al 2033. Cambia quindi il cronoprogramma dell’opera tra Calabria e Sicilia, per la quale continuano comunque a essere stanziati, su tutto l’arco temporale del progetto, 13,8 miliardi. Tra i riformulati anche l’istituzione della zona franca logistica del basso Lazio.
I VOTI
Ieri intanto sono iniziate le prime votazioni sugli emendamenti, una trentina in tutto, partendo dai temi comuni sugli Enti locali. Oggi si continuerà con gli emendamenti condivisi tra i gruppi e con un pacchetto di proposte avanzate dai singoli partiti, non necessariamente bipartisan. Il disegno di legge di Bilancio è atteso in Aula entro lunedì 22 per essere votato il giorno successivo. Tutto pronto quindi per il rush finale. L’auspicio: chiudere in commissione entro venerdì.
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