ROMA Il patrimonio gestito dai fondi in Italia continua a crescere e consolida il ruolo del Paese nel panorama europeo del real estate. Secondo il rapporto di Scenari Immobiliari presentato ieri a Roma, il valore detenuto direttamente dai fondi attivi ha raggiunto 149,5 miliardi di euro, con un aumento del 7,6% rispetto al 2024. Un risultato che porta il Paese a rappresentare oltre il 14% del totale dei veicoli europei, confermando una traiettoria di rafforzamento che, nelle previsioni, dovrebbe proseguire anche nel corso del 2026, accompagnata da un aumento del numero di fondi operativi.
IL POLO D’ATTRAZIONE
All’interno di questo quadro, Roma emerge come uno dei principali poli di attrazione. Nella Capitale sono gestiti oltre 6,4 milioni di metri quadrati attraverso fondi quotati, non quotati e Trust di settore (i cosiddetti “Reit”), pari a circa il 15% del totale nazionale. Una quota rilevante, destinata ad aumentare sensibilmente nei prossimi anni: le stime indicano infatti un possibile raddoppio delle superfici in gestione entro il 2030, sostenuto soprattutto dalla crescita dei comparti residenziale e ricettivo, che stanno modificando in modo strutturale la composizione dei portafogli.
Il contesto generale resta segnato da incertezze macroeconomiche e geopolitiche, ma gli effetti sul mercato appaiono finora contenuti. «I mercati europei mostrano una sostanziale tenuta e la domanda continua a orientarsi verso asset di qualità, capaci di garantire stabilità e prospettive nel medio periodo», ha osservato Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, sottolineando come l’attuale fase favorisca una selezione più attenta degli investimenti e una maggiore focalizzazione sulle aree urbane con fondamentali solidi. Nell’asset allocation italiana si registra un progressivo riequilibrio a favore dell’abitare e dell’ospitalità, mentre la logistica mantiene un peso stabile.
A Roma questa tendenza risulta particolarmente evidente. Il settore residenziale rappresenta ormai quasi il 20% delle superfici complessive in portafoglio ai fondi e conta oltre 1.200 cespiti abitativi, un numero quattro volte superiore a quello rilevato a Milano.
Un’espansione che trova impulso anche nel contesto locale, tra l’effetto positivo del Giubileo sui flussi turistici e una crescente attenzione istituzionale verso le esigenze del mercato. «Il portafoglio in gestione — ha spiegato Francesca Zirnstein, direttrice generale di Scenari Immobiliari — è entrato in una fase di consolidamento strutturale, con una maggiore concentrazione e una crescita del valore medio amministrato». «Questo processo — ha aggiunto — sta rendendo il settore più efficiente e selettivo, favorendo operazioni di rigenerazione urbana e strategie orientate alla qualità degli immobili e alla sostenibilità nel tempo».
LA DOMANDA DI OSPITALITÀ
La localizzazione degli asset conferma il forte interesse per le aree meglio collegate e più riconoscibili della città, in prossimità dei principali nodi infrastrutturali e delle zone storicamente attrattive. Gli immobili direzionali restano una componente centrale del mercato romano, ma accanto agli uffici si rafforza il peso delle strutture ricettive, in particolare nel segmento di fascia alta, sostenute dall’aumento dei flussi turistici internazionali e dalla domanda di ospitalità di qualità.
La presentazione del rapporto ha visto la partecipazione, oltre a Breglia e Zirnstein, di Gottardo Casadei dello Studio Casadei e dei rappresentanti delle principali società di gestione, tra cui Alessandra Bellioni di Coima Sgr, Stefano Botto di Colliers Global Investors Italy Sgr, Filippo Catena di Cdp Real Asset Sgr, Riccardo Corsi di Fabrica Immobiliare Sgr, Massimo Di Gregorio di Ream Sgr, Domenico Giusti di Castello Sgr e Gabriele Polito di Investire Sgr. Un confronto che ha restituito l’immagine di un settore in trasformazione, sempre più orientato alla creazione di valore nel lungo periodo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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