18.12.2025
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Technology

l’algoritmo, censura del XXI secolo, il convegno Mic-Cinecittà a Roma


«Dove un tempo dominavano morale, religione, pudore, oggi imperversano nuove forme di controllo che non di rado si trasformano in vere e proprie azioni di censura a discapito del nostro patrimonio artistico e culturale e degli artisti che lo hanno reso e lo rendono così straordinariamente unico». Così il Sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni ha introdotto il tema, decisamente caldo, del legame tra intelligenza artificiale e censura – più ancora, su quello che appare come un infinito potenziale e si rivela non di rado un limite — nel convegno Ministero della Cultura-Cinecittà promosso dallo stesso Sottosegretario, “IA: l’algoritmo, censura del XXI secolo”, tenutosi il 17 dicembre, a Roma, presso le Gallerie Nazionali di Arte Antica — Palazzo Barberini. In primo piano, l’arte, appunto. Anzi, le arti. E la creatività, l’immaginario, la capacità di vedere (e vedersi) “oltre”. «Ringrazio il Sottosegretario Borgonzoni, che ha promosso questa giornata di riflessione su uno strumento potentissimo che rischiamo di subire. Il cinema è tecnologia applicata alla realtà. Ma dietro alla macchina da presa non c’è tecnologia o Intelligenza Artificiale che possa sostituirsi alla creatività e alla genialità umana, capaci di emozionare e di incuriosire senza eguali», ha commentato Presidente di Cinecittà Antonio Saccone.

I PANEL

Articolato in quattro panel, moderati da altrettanti giornalisti, il focus ha visto protagonisti artisti, esperti del mondo accademico, giuridico e di quello tech insieme a dirigenti MiC e personalità della Cultura. Obiettivo, indagare il momento che stiamo vivendo, comprendere la “ricchezza” di uno strumento tecnologico ma anche la necessità di un controllo umano, che sia etico, profondo, meditato. E condiviso.

Ad aprire il primo panel, moderato da Costantino D’Orazio, è stata Alfonsina Russo, Capo Dipartimento DiVA del Ministero, che ha puntato l’attenzione sulla necessità di evitare l’omologazione algoritmica, ampliando la visione del patrimonio. «Distinguere tra AI analitica e AI generativa è fondamentale: la prima permette di comprendere e valorizzare i dati culturali, la seconda di creare nuove narrazioni solo se guidata da dataset accurati e metodologie rigorose». “Storia e storia dell’Arte: narrazione e censura” il titolo dell’intervento di Alessandra Necci, direttore delle Gallerie Estensi di Modena e Sassuolo. Nel medesimo panel, Luca Mercuri, dirigente Mic, con una riflessione sul nudo nell’arte, e Moira Mascotto, direttore del Museo Gypsotheca Antonio Canova, che ha indagato il paradosso della censura dei nudi canoviani. «Il confronto tra censura ottocentesca e censura algoritmica mette in luce come la nudità artistica rappresenti un persistente terreno di tensione culturale: ieri nelle sale aristocratiche, oggi negli spazi digitali», ha detto Mascotto. Ad analizzare “Il corpo umano nelle diverse epoche e culture, dal Kamasutra a Internet” è l’intervento di Giordano Bruno Guerri.

A seguire, condotto da Giovanni Alibrandi, il panel “Il velo digitale. Dalla minigonna al pixel sfocato: come l’algoritmo riscrive il pudore”. Protagonisti, Martino Diez, Renata Salvarani Roberto Della Rocca, Randa Khalil. Anche qui al centro della riflessione è stato il corpo nella “lettura” che ne viene offerta dalle religioni e dalla tecnologia.

ARTE E LETTERATURA 

Largo poi a “Il corpo dell’arte e l’arte del corpo. Nudi proibiti: musei, social e il nuovo puritanesimo digitale”, moderato da Monica Maggioni. «Mi preoccupano gli autori che usano l’Ia per scrivere e dicono di aver sdoganato un tabù. Occorre preservare l’autenticità», ha sottolineato lo scrittore Donato Carrisi, che ha suggerito anche alcuni modi per farlo. Una sorta di manifesto di “resistenza” a una tecnologia dalle possibili, anche probabili, spesso sottovalutate influenze. «In tutti i miei contratti impongo agli editori la clausola di non utilizzate mai l’Ia, neppure per la copertina o per la traduzione. E lo stesso vale per i miei testi, che non possono in alcun modo essere utilizzati per allenare l’Ia». In quest’ottica, anche lo sguardo sull’attività dei colleghi. «Mi sorprende l’ultimo volume di Alberto Angela, che usa ampiamente l’Ia. È un collega che stimo ma questo è un segnale sbagliato». E «siamo già di fronte a un’invasione extraterrestre. È la prima volta nella storia dell’umanità che ci troviamo di fronte a un’intelligenza più potente di quella umana. Noi non abbiamo riguardo per le formiche quando camminiamo, perché l’Ia dovrebbe averne per noi, nel suo sviluppo? Eppure di questo non si parla. Si pensa solo alla corsa all’oro». Sul valore dell’umanità, da riscoprire, ha puntato l’attenzione anche Jago: «L’Ia limita la libertà creativa, si sa già cosa passerà o cosa no, stiamo vivendo in un’epoca di autocensura.

Non siamo più padroni neppure di quello che pensiamo. Per me non è così. In un’epoca in cui assistiamo al trionfo dell’Ia, l’umanità si rivela sacra».

IL CORPO

Donatella Nicolini, fotografa che spesso si scontra con la censura operata con l’Ia, ha portato sotto i riflettori il tema della diversità di sguardo sul corpo. «La rappresentazione del corpo femminile e materno, da sempre linguaggio artistico, oggi si confronta con algoritmi che ne limitano la visibilità in modo automatico e spesso privo di contesto — ha detto Nicolini — Questa censura non incide solo sul piano culturale, ma produce effetti tangibili sul lavoro degli artisti: riduce la diffusione delle opere, altera la percezione pubblica del nudo e condiziona modelli di business fondati sulla visibilità digitale».

Come e quanto l’Intelligenza Artificiale sta modificando la sottile linea tra realtà e finzione? è questo il tema chiave, nella difficoltà – crescente – di distinguere tra vero e falso. «Serve un approccio che unisca scelte tecniche consapevoli, trasparenza dei criteri e responsabilità condivisa, evitando sia il tecnosoluzionismo sia la paralisi. L’obiettivo: tutelare creatività, pluralismo ed equità in un mondo sempre più mediato dagli algoritmi», per Gianluca Mauro, Founder e Ceo di AI Academy ed Epiphany, che ha aperto l’ultimo panel , moderato da Roberto Inciocchi. Nello stesso focus, Claudio Pagliara (Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di New York, Pier Luigi Dal Pino (Microsoft Italia — Direttore Centrale per gli Affari Globali nel Sud Europa, Antonio Saccone, presidente di Cinecittà, Valeria Falce, docente all’Università europea di Roma.

L’ETICA

A concludere la giornata, padre Paolo Benanti, docente di Etica delle Tecnologie — Luiss Guido Carli. Anni Settanta, stiamo passando al potere sull’immaginazione».

«Dal punto di vista normativo, stiamo facendo molto – ha detto il Sottosegretario Borgonzoni – questo momento di riflessione però era necessario per fare anche sensibilizzazione. Occorre fare cultura sul tema».


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