06.12.2025
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Sports

i numeri a confronto con la passata stagione, dal capocannoniere ai punti in classifica


In questi giorni è cresciuto l’entusiasmo generale per l’equilibrio in vetta dell’attuale classifica di Serie A. Infatti, le prime quattro posizioni sono racchiuse in appena un punto, con Milan e Napoli a 28, inseguite da Roma e Inter a 27. In molti hanno voluto sottolineare la crescita della Serie A, che, rispetto a qualche anno fa, sarebbe iniziato ad essere maggiormente competitiva, senza una squadra, in particolare, che corre da sola. Eppure, i numeri generali non sono del tutto peculiari, visto che, anche ad esempio nella passata stagione, dopo tredici giornate, la situazione è stata più o meno la stessa.

Stagione 2024-25

Nella passata stagione, dopo tredici giornate, la situazione in classifica è stata paradossalmente più entusiasmante. Sì perché, in quell’occasione, sono state 5 le squadre in un punto. Il Napoli a 29, con Inter, Atalanta, Fiorentina e Lazio ad inseguire a 28 punti. Poi, dopo solamente tre giornate (alla 16esima) l’Atalanta si è staccata a 37, rimanendo con solamente Inter e Napoli alle calcagne.

Napoli campione

Nonostante la corsa a tre, interrotta dall’Atalanta alla 29esima giornata, il campionato ha assistito ad un testa a testa tra Napoli e Inter fino all’ultima giornata, salvo poi vedere i partenopei trionfare. In quell’occasione però, non è stata premiata l’alta competitività o l’equilibrio del campionato, ma sono stati sottolineati i passi falsi che hanno permesso alle due squadre di rimanere in corsa.

Da una parte, ad esempio, i pareggi dell’Inter con Parma e Lazio, dall’altra, i punti persi dagli azzurri con i “Crociati” e con il Genoa. Un percorso di occasioni mancate che ha permesso di tenere sulle spine la corsa al tricolore.

I numeri

Rispetto alla passata edizione, ci sono stati diversi fattori che hanno dato l’idea di un campionato tecnicamente indebolito. Prima di tutto, i gol segnati dagli attaccanti, visto che, in questa stagione, sembrerebbero essere spariti. Dopo tredici giornate, abbiamo Lautaro e Orsolini al comando con 6 reti, inseguiti da Calhanoglu, Pulisic e Leao. Allo stesso identico punto, della stagione precedente, i primi cinque sulla lista sono stati Retegui, Kean, Thuram, Lookman e Vlahovic. Il serbo, con 6 gol, in quell’occasione chiudeva la classifica, mentre oggi quel numero è la quota massima raggiunta dai cannonieri. Si segna quindi poco e gli attaccanti sono sempre meno decisivi. Ci sono state anche, diverse giornate, con i record negativi di gol fatti in un singolo turno, a causa di diversi 0-0

Interpretazione delle partite

Sicuramente il calcio italiano sta nuovamente cambiando direzione a livello di interpretazione delle gare, con gli allenatori più propensi a giocare partite contenitive. Allegri ha da sempre il l’idea di voler portare avanti i successi del gruppo grazie alla centralità della fase difensiva, ma anche lo stesso Gasperini, questa stagione, si è snaturato, dimenticando le goleade bergamasche di un tempo e preferendo invece gli 1-0 solidi. A parte Italiano e Fabregas è difficile individuare un tecnico  (aspettiamo Palladino) che possa ancora voler portare un calcio dinamico e coraggioso in Serie A: le squadre medio basse lottano per non perdere e questo atteggiamento si traduce poi in quote salvezza molto basse. L’equilibrio generale è probabile che si mantenga, ma bisognerà chiedersi le reali ragioni di questa mancanza di intensità durante le partite: il coraggio o la qualità?


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