24.11.2025
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Economy

Cop30, passa la linea italiana sul clima con l’accordo per una transizione equa


Alla fine è arrivato un accordo sul clima alla Cop30. E, seppure povero, è un accordo che tiene conto della trasformazione degli equilibri geopolitici (con una maggiore dose di pragmatismo), non fa un vero passo avanti per accelerare la transizione green, ma salva il multilateralismo, cioè la volontà dei Paesi di sedersi ancora tutti intorno allo stesso tavolo (anche senza gli Usa) per discutere del percorso della transizione al 2040. Non accelerazione (e infatti non è passata la roadmap per uscire dai combustibili fossili), ma nemmeno un passo indietro insomma. L’impressione è che si sia raggiunto il miglior risultato possibile, in un contesto geopolitico complesso e in una Cop30 dei 200 paesi riunti a Belèm divisa sostanzialmente in tre blocchi i petro-Stati (guidati dall’Arabia Saudita) che difendono il ruolo dei combustibili fossili gli elettro-stati (gli 80 Paesi che hanno chiedono una roadmap per uscire dai combustibili fossili), e chi va avanti nella transizione ma con cautela e pragmatismo (come l’Italia e la Polonia). L’Europa, non così una unita al suo interno, ha comunque finito per spingere a un passettino in avanti.

Nel dettaglio, i quasi 200 Stati partecipanti hanno trovato un compromesso che non cita i combustibili fossili, ma riprende il percorso di transizione avviato a Dubai e rafforza la finanza per l’adattamento alla crisi climatica, con l’obiettivo di triplicare i fondi entro il 2035. Sono anche previsti nuovi processi, su base volontaria, per accelerare la transizione energetica: il Global Implementation Accelerator e la Belém Mission to 1.5, dove potrebbe essere affrontato anche il tema delle fonti fossili. «La scienza ha prevalso, il multilateralismo ha vinto», ha commentato il presidente del Brasile Lula dal G20 di Johannesburg, ricordando che la comunità internazionale si trovava a un bivio e ha deciso di «andare avanti».

Per il ministro italiano dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin è stata raggiunta «l’unica soluzione fattibile», e dunque va letta positivamente. Il commissario ue per il clima, Wopke Hoekstra, non nasconde che avrebbe voluto «più ambizione su tutto», ma ritiene un accordo «piatto», come lo definisce la Francia, senza nulla di «straordinariamente negativo» migliore di nessun accordo. La Cina sostiene che la conferenza «passerà alla storia come un successo» e anche l’India parla di un accordo «significativo». La critica più dura arriva dalla Colombia che ospiterà la prima conferenza sull’uscita dai fossili. L’Italia parteciperà con l’Ue ai lavori: «Vedremo il percorso», ha spiegato il ministro.


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