22.11.2025
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Politics

«Una vita passata al centro dell’Aula»


ROMA Una vita passata «Al centro dell’aula», come s’intitola il nuovo libro di Pier Ferdinando Casini (in un dialogo con Paolo Pombeni per Il Mulino), e vissuta all’insegna dell’equilibrio politico-istituzionale e della continua ricerca del dialogo ha prodotto evidentemente buoni frutti. Lo dimostra l’aula dei gruppi parlamentari strapiena, ieri, per la presentazione del volume. Gente di centro e non solo di centro quella che è andata ad ascoltare Casini, e con lui sul palco c’erano Pombeni, i giornalisti Massimo Franco e Alessandra Sardoni ma tutto è cominciato con i saluti dei presidenti delle Camere, La Russa e Fontana. Quest’ultimo ricorda che lui aveva tre anni mentre Pier nel 1983 è stato eletto per la prima volta in Parlamento e successivamente «a casa mia, davanti alla tivvù, mio padre diceva di fare silenzio quando compariva Casini che dichiarava qualcosa ed erano sempre parole che in famiglia venivano apprezzate perché pacate e di buon senso». La Russa elogia la «coerenza e capacità di giudizio che Pier, nelle varie stagioni della Repubblica italiana, ha sempre mantenuto».

Insomma, ieri, s’è svolto una sorta di Casini Day. La lista dei presenti va da Francesco Gaetano Caltagirone, seduto in prima fila affianco a Gianni Letta, a Gianfranco Fini; da Dario Franceschini a Mario Monti; dal vicepresidente del Csm, Pinelli, a una serie di personalità come Ugo Sposetti, Angelino Alfano, Raffaele Ranucci, Salvo Nastasi, Giuseppe Sangiorgi, Maria Pia Garavaglia, i figli di Andreotti e di Forlani, Renzo Lusetti, Flavia Piccoli Nardelli, Riccardo Villari, Ernesto Carbone, Paolo Naccarato, e via così.

IL METODO

L’arte dell’equilibrio Casini l’ha sfoggiata, in tutta la sua sottigliezza, parlando della vicenda riguardante il Quirinale e Fratelli d’Italia. Esclude Pier l’esistenza, «come si pensa a sinistra», di uno scontro istituzionale, anche perché «sarebbe autolesionista per il governo attaccare il presidente della Repubblica». «Meloni ha sempre riconosciuto e riconosce — incalza Casini — la buona azione di Mattarella. Il quale svolge il suo ruolo in maniera impeccabile. Ed è sempre intervenuto per proteggere le prerogative del governo e, specie nella prima fase, per accreditarlo all’estero». Casini insiste sul fatto che le istituzioni debbano «andare avanti assieme»: «Mattarella e Meloni oggi non a caso sono i bersagli della propaganda russa contro l’Italia». Sì, Mattarella continuamente viene attaccato dalla Russia putiniana la quale esercita anche un’azione sottile per creare divisioni nel centrodestra. «Dobbiamo far capire al governo di Mosca — è la ricetta casiniana — che noi italiani siamo uniti nella difesa di Kiev». Però lo stesso Casini, che ha un occhio sensibile e ben allenato, nota con dolore una certa sopraggiunta tiepidezza, per non dire ostilità, in certi settori della maggioranza nel sostegno all’Ucraina. La citazione da Churchill calza bene: «La storia non sarà gentile con chi non ha difeso la libertà».

PESI E CONTRAPPESI
Uno degli applausi più fragorosi arriva quando Pier sostiene che va restituita ai cittadini la possibilità di scegliere i propri rappresentanti politici. «Oggi nessuno sa chi sono i parlamentari perché questi vengono scelti dai leader», dice con forza l’autore di «Al centro dell’aula». Il quale, naturalmente, vorrebbe più centro, ma «se il centro è debole è colpa proprio del centro», che non fa che dividersi.

L’equilibrio contro l’urlo, la politica non radicalizzata contro il bipolarismo malinteso: questo è il senso del Casini Day. Lui, il protagonista, porge alcuni consigli alla maggioranza di governo. Uno: se proprio va fatta una legge elettorale, e Casini non è affatto convinto, sarebbe meglio evitare di indicare il nome del candidato premier sulla scheda e andrebbero introdotti «collegi più piccoli e preferenze» (proprio per avvicinare elettori ed eletti). Due: «il troppo stroppia», ovvero attenti al premierato (anche se non lo cita). Tre: i pesi e contrappesi tra poteri, nell’equilibrio democratico, vanno tutelati assolutamente. Pier, dopo oltre 40 anni «Al centro dell’aula», è una preziosa riserva della Repubblica. E conviene ascoltarlo.


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