MILANO La Cassazione ha confermato i provvedimenti del Tribunale del Riesame con i quali, lo scorso agosto, sono stati revocati gli arresti domiciliari per il Ceo di Coima, Manfredi Catella, e per Alessandro Scandurra, ex componente della Commissione paesaggio del Comune di Milano. Conferma della revoca di custodia cautelare in carcere anche per il patron di Bluestone, Andrea Bezziccheri, e annullamento delle misure interdittive per l’ex assessore di Palazzo Marino Giancarlo Tancredi, per l’ex presidente della Commissione paesaggio Giuseppe Marinoni e per l’architetto e socio della J+S spa Federico Pella. Le motivazioni della Suprema Corte chiamata a esprimersi nell’ambito della maxi inchiesta sulla gestione dell’urbanistica a Milano arriveranno nelle prossime settimane, dopo l’udienza di mercoledì i giudici hanno depositato il dispositivo della sentenza con cui hanno dichiarato «inammissibile» il ricorso della Procura confermando di fatto la revoca delle ordinanze d’arresto, decisa dal Riesame, per Catella, difeso dagli avvocati Francesco Mucciarelli e Adriano Raffaelli, per Scandurra, difeso dal legale Giacomo Lunghini, e per Bezziccheri, assistito dal difensore Andrea Soliani. Nel loro atto i pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici, con il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, hanno ritenuto «manifestamente illogiche» le motivazioni dei giudici del Riesame. Sostenendo che il Tribunale della libertà non abbia valutato una serie di prove, trascurato chat rilevanti tra gli indagati e affermando che, oltre ai singoli conflitti di interesse, debba essere considerata la presunta corruzione sistemica e ambientale che ruotava attorno alla Commissione paesaggio.
LA DECISIONE
Il Riesame, è la tesi della Procura, non avrebbe preso in considerazione il «sistema» dell’urbanistica milanese, bensì ha intrapreso una «disanima atomistica» e così ha «giustificato a prescindere tutte le condotte di Catella e Scandurra», non valutando la «correlazione» tra «l’esercizio della funzione pubblica e il conseguimento di vantaggi privati» negli ipotizzati rapporti corruttivi tra imprenditori e Commissione paesaggio, che con l’approvazione delle operazioni immobiliari sarebbe stata al centro del meccanismo illecito. Il Tribunale, scrivono i pm nel ricorso, ha «smontato l’orologio per dimostrare che nessun singolo ingranaggio è un orologio». Il sostituto pg di Cassazione Cristina Marzagalli, nell’udienza di mercoledì, ha invece chiesto di dichiarare infondati i ricorsi presentati dalla Procura contro i provvedimenti del Riesame per Scandurra e Bezziccheri e già nei giorni scorsi aveva proposto, con un intervento scritto, il rigetto dell’atto di impugnazione dei pm milanesi nei confronti di Catella. Nell’atto del pg veniva riportato «che le risultanze in atti non dimostrano la formazione, né l’operatività di un accordo corruttivo tra Scandurra e Catella», non potendosi sostenere che «i pagamenti delle fatture da parte» di Coima «siano riconducibili a un accordo corruttivo anziché correlate ad attività professionale effettivamente prestata da Scandurra e regolarmente contabilizzata». Medesima linea espressa sulla posizione del costruttore Bezziccheri.La Cassazione ha inoltre accolto i ricorsi delle difese contro i provvedimenti con cui lo scorso agosto il Riesame aveva riconosciuto per Tancredi, Marinoni e Pella l’accusa di corruzione mossa dai pm, pur riqualificandola da contraria ai doveri d’ufficio in impropria e con vendita della funzione. I tre indagati alla fine dello scorso luglio erano tra le cinque persone poste ai domiciliari dal gip Mattia Fiorentini che aveva contestato, in linea con l’impianto della Procura, il concorso in corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. E poi, solo per Marinoni, le false dichiarazioni a causa della mancata dichiarazione del conflitto d’interesse dovuto al suo ruolo nella Commissione paesaggio di Palazzo Marino. Ad agosto il Riesame ha confermato i gravi indizi e alleggerito la misura cautelare trasformandola in interdittiva, ora annullata.
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