BOSTON C’è qualcosa di antico e di nuovo, insieme, nel viaggio della delegazione di Ricerca sul Sistema Energetico (RSE) a Boston. Antico come il sogno umano di dominare l’energia senza distruggere il mondo. Nuovo come le tecnologie che possono finalmente trasformarlo in realtà. Nei giorni del 14 e 15 ottobre 2025, tra le aule del MIT e i laboratori della Commonwealth Fusion Systems, l’Italia e l’America hanno parlato la stessa lingua: quella della scienza che non si ferma alla teoria, ma vuole cambiare la vita delle persone.
ENERGIA PULITA
A guidare la delegazione, l’amministratore delegato Franco Cotana, insieme al presidente Carlo Alberto Giusti, al ricercatore Piergiovanni Domenighini, al consigliere scientifico del Consolato italiano Paolo Gaudenzi e al professor Federico Rossi dell’Università di Perugia. Cinque uomini, un’idea comune: costruire un’energia più pulita, più sicura, più giusta. Cotana, davanti ai colleghi americani, ha spiegato cosa sia RSE.
UN PONTE
Un ponte tra ricerca e industria, tra Italia ed Europa. Un laboratorio che non produce solo watt, ma fiducia. Dalla generazione allo stoccaggio, dalle reti intelligenti ai materiali avanzati, RSE lavora su tutto ciò che può ridurre la dipendenza dai materiali critici e rafforzare la sicurezza energetica. Di questo e altro si parlerà domani 5 niovembre all’evento “20 anni di energie per il futuro” per celebrare il ventennale dell’azienda, presso il prestigioso Auditorium del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.
POTENZA DALLE STELLE
Ma c’è anche la notizia più bella: il futuro dell’energia non è più un miraggio. Le tecnologie di cui ha parlato Cotana, i reattori modulari compatti e la fusione a confinamento inerziale, promettono di portare la potenza delle stelle sulla Terra. E non per distruggere, ma per costruire. «L’innovazione energetica — ha detto Cotana — non riguarda solo la produzione di elettricità, ma la creazione di sovranità, competitività e pace». In un mondo che spesso usa l’energia per dividere, qui la si usa per unire. Boston non è stata solo una tappa, ma una scintilla. La prova che l’alleanza tra scienza, industria e diplomazia può ancora accendere, letteralmente, la luce del domani.
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