01.11.2025
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Economy

Acri-Mef, via al piano di gestione banche. Per quattro enti previsti tempi più lunghi


Partono le nuove regole che rimodulano la gestione del patrimonio e di governance delle fondazioni di origine bancarie, a seguito della firma fra Acri e Mef dell’Addendum al protocollo del 2015. La stragrande maggioranza degli enti, potrà approfittare della flessibilità introdotta con i correttivi di ponderazione alla concentrazione sul singolo asset dell’attivo. L’atto è stato sottoscritto ieri mattina da remoto da Giovanni Azzone e Giancarlo Giorgetti. Per circa 77 enti, le regole sono iniziate ieri e graduano la gestione in tre anni e allungano i mandati degli organi.

Invece per quattro fondazioni che conservano una quota superiore al 50% nella banca conferitaria, il piano di adeguamento scatterà solo dopo che ciascuna fondazione avrà concordato con il Tesoro i criteri sulla gestione dell’investimento. I quattro enti sono: Bolzano la cui fondazione detiene il 65,4%, Fossano di cui l’ente ha il 76,91%, Savigliano della quale l’ente possiede il 68,99%, Fermo posseduta con il 66,7% dalla fondazione. Queste quattro fondazioni dovranno avviare con il Mef le interlocuzioni per addivenire a una gestione ordinata della partecipazione, nel segno di un piano di dismissione graduale. Quando ci sarà un punto di caduta convergente, scatterà il conto alla rovescia dei tre anni, lo stesso periodo valido per la stragrande maggioranza. I tempi più lunghi si spiegano con la necessità di tutelare il legame con i rispettivi territori, oltre tutto perchè questo cordone ombelicale diminuisce appeal sul mercato.

All’addendum non ha aderito la Fondazione Cassa dell’Aquila perchè, come ha spiegato ieri il presidente Fabrizio Marinelli, l’ente possiede solo lo 0,15% di Bper. L’Addendum è stato firmato dalla fondazione Trieste, pur essendo uscita dall’Acri e non è stato siglato dalla fondazione Roma perchè non aveva sottoscritto il Protocollo. «L’accordo serve per superare il limite meccanico del 33% — dice Giovanni Azzone — la soluzione trovata evita di mettere in crisi il sistema sia per le banche di sistema che per quelle di territorio».


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