Leonardo scioglie la riserva e aderisce all’aumento di capitale da 400 milioni di Avio finanziando l’operazione con il collocamento di circa il 9,4% in portafoglio. Un modo per rimanere azionista, almeno per ora, con il 19% e mantenere il ruolo di primo socio dell’azienda di lanciatori spaziali di Colleferro pur riducendo la sua quota dall’attuale 28,75%.
L’aumento di capitale di Avio è a sostegno «di un più ampio progetto di espansione delle attività negli Stati Uniti», aveva indicato la società, leader nella propulsione spaziale, «inclusa la progettazione, costruzione e gestione di un impianto per la produzione di motori a propellente solido e delle relative componenti, nonché in Europa per rafforzare il ruolo di Avio sia nel settore spaziale europeo che in quello della Difesa».
C’era una certa attesa per la decisione di Leonardo che sembrava essersi defilato rispetto alla ricapitalizzazione. L’annuncio di ieri ha però finito per archiviare il dossier. Il gruppo ha fatto sapere di aver avviato un processo di accelerated bookbuilding rivolto a investitori istituzionali per il collocamento di circa 2,6 milioni di azioni di Avio, pari a circa 9,4% del capitale sociale. Ma ha anche spiegato che «la maggioranza dei proventi derivanti dal collocamento (poco meno di 100 milioni ai valori di ieri, ndr) sarà utilizzata per finanziare l’esercizio integrale, da parte di Leonardo, dei diritti di opzione relativi alla partecipazione residua detenuta in Avio, nell’ambito dell’aumento di capitale da 400 milioni». Per il resto, il 19% rimarrà sotto lock-up per 90 giorni.
Il destino del gruppo dei lanciatori sarà forse più chiaro nelle prossime settimane. Che non si tratti di una partecipazione strategica per Leonardo, è già noto. Non figura nella principale rotta tracciata da Cingolani e non è menzionato nel recente accordo siglato da Leonardo con Airbus e Thales per far decollare il nuovo player Ue nello spazio capace di sfidare la Starlink di Elon Musk. Resta però un asset centrale per la sovranità spaziale nazionale ed europea, come confermato a settembre dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso indicando Avio tra i dossier «all’attenzione del governo». Va ricordato che il gruppo di Colleferro sta intensificando i lanci del Vega-C aggiornato e un anno fa si è aggiudicato un contratto da 350 milioni con l’Agenzia Spaziale Europea per lo sviluppo del Vega-E, la prossima evoluzione del razzo attesa per la fine del decennio.
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