18.10.2025
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Politics

«Fuga da De Luca, 100 passati a FI»


ROMA La mission (quasi) impossible del generale Cirielli. Il candidato del centrodestra parte sfavorito nel voto per la presidenza della Campania a fine novembre contro il rosso-giallo Roberto Fico, ma soprattutto Forza Italia sta allestendo per Edmondo Cirielli, da sempre a destra, An e FdI, melonianissimo e viceministro alla Farnesina ma in primo luogo generale dei carabinieri in congedo, un battaglione che i seguaci di Fico e i dem definiscono «di mercenari» e che invece gli azzurri — guidati da Fulvio Martusciello, stratega che di Regionali si intende avendone vinte personalmente sette — considerano dei patrioti. Gente che finora è stata nel centrosinistra e nel civismo siglato De Luca e che adesso, da esercito che cambia campo, entra nel partito di Tajani. Oggi queste truppe sfileranno in parata a Caserta, in una kermesse con la partecipazione di Gasparri e del vicesegretario azzurro Benigni, e il messaggio è questo: occhio Schlein e attento Conte, sul territorio stiamo facendo incetta di notabili e di campioni di preferenze che prima portavano dalle vostre parti e ora li porteranno a noi.

LE UNITÀ DI COMBATTIMENTO
«La partita è apertissima», assicura Cirielli, e stamane Forza Italia mostrerà al generale meloniano le centinaia di unità di combattimento che ha strappato al fronte avversario e arruolato nel partito azzurro: 21 sindaci e oltre cento amministratori locali che hanno mollato il sistema De Luca — convinti magari a torto che nel caso di vittoria di Fico don Vicienz’ non toccherà più palla — per riscoprirsi berlusconiani. E il problema è proprio questo: fino a ieri sera molti di loro stentavano a imparare Azzurra Libertà, l’inno silviesco e ora tajaneo che stamane intoneranno in coro a Caserta come atto di nuova fede. I maestri di canto ingaggiati da Martusciello ce la stanno mettendo tutta a insegnare le parole di Azzurra Libertà («Dovete scandire bene», questa la raccomandazione, «il passaggio che dice: e il nostro canto va / su tutte le città») a chi finora non ha partecipato a quel mondo politico ma ad altri. Uno dei sindaci ex deluchiani sorridendo ammette di stentare a imparare le nuove strofe: «Ero abituato all’Internazionale…». Ma questo è un problema superabile. E di fatto, in questa truppa che cercherà di rendere meno impossible la mission del generale Cirielli — voluto in campo da Giorgia e Arianna Meloni e gasatissimo non fa che dire: «La partita in Campania è aperta. I sondaggi mi danno al 47 per cento» — c’è il presidente della provincia di Caserta (Anacleto Colombiano) e altri assessori e consiglieri come lui: gonfi di voti. Martusciello assicura: «Questo non è che l’inizio». E il generale Cirielli: «Ad maiora!».

Si sta pensando, come colonna sonora del campagna, all’uso delle musiche inebrianti e mobilitanti di «Mission» (opera di Enrico Morrione per il celebre film). E intanto, da qui al lancio ufficiale della candidatura di Cirielli domenica 26 ottobre a Napoli — teatro Augusteo, quello dei mitici comizi sudisti del Cavaliere — forzisti e meloniani continueranno a fare incetta di nemici convertiti al centrodestra secondo questo ragionamento: se lasciamo a Fico e al suo mandante, il sindaco napoletano Manfredi, soltanto il voto d’opinione e ci prendiamo buona parte del voto territoriale, il generalissimo se la può combattere. Anche perché di suo, Cirielli, ha alcuni punti d forza in questa battaglia per niente facile. E’ un politico di lungo corso piuttosto radicato, e in più ha un buon rapporto con il presidente Mattarella (che spesso da viceministro degli Esteri delegato ai temi della cooperazione accompagna nei viaggi in giro per il mondo) e ha forti aderenze nel governo anche grazie alla moglie appena sposata (testimone di nozze La Russa): Maria Rosaria Campitello, alta dirigente al ministero della Sanità come capo dipartimento alla Prevenzione, considerata la first lady di quel dicastero («Qui comanda lei», assicurano nel palazzo governativo sul Lungotevere e la paragonano alla zarina della Giustizia, Giusi Bartolozzi).

Il generale sta compulsando le mappe del consenso possibile, Martusciello da super esperto organizza le truppe (fondamentale l’acquisizione di un pezzo grosso di Italia Viva, Nicola Caputo, assessore deluchiano all’Agricoltura, notabile da 10mila preferenze, per non dire di altri consiglieri uscenti ora passati alla destra con il loro pacchetto di voti: da Giovanni Zanini a Vincenzo Santangelo), Giorgia e Arianna ci credono, il presidente campione del Napoli (De Laurentiis) viene dato in simpatia verso la destra e non è poco (anche se ha un ottimo rapporto con De Luca), Fico e Manfredi cominciano a preoccuparsi. E insomma: non è che ciò che le Marche potevano essere per il centrosinistra (la sorpresona di strappare una regione ai nemici) sarà, ma sarà durissima, la Campania per Meloni, Tajani, Salvini e Lupi?

Mario Ajello

© RIPRODUZIONE RISERVATA


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