Una leggera frenata in un quadro che resta comunque positivo, soprattutto per gli over 50. Segnali di rallentamento per l’occupazione ad agosto: nel mese, secondo gli ultimi dati diffusi dall’Istat, gli occupati sono diminuiti di 57mila unità rispetto a luglio ma sono aumentati di 103mila unità in confronto allo stesso mese del 2024, in rallentamento rispetto ai dati dei mesi precedenti attestandosi a 24 milioni e 170mila unità. Il tasso di disoccupazione si attesta al 6%, stabile rispetto a luglio e in calo di 0,3 punti su agosto del 2024. Ma se su base annua si registra comunque un segno positivo questo è il risultato di andamenti molto diversi tra le fasce di età: i lavoratori over 50 crescono di 514mila unità e superano la quota di 10,2 milioni di lavoratori mentre quelli che non ancora hanno raggiunto il traguardo di mezzo secolo arretrano di 411mila unità.
Le tendenze demografiche con l’entrata tra gli over 50 dei nati nella prima metà degli anni Settanta, coorti in Italia molto numerose, insieme alla stretta sul pensionamento anticipato hanno ampliato la quota degli occupati più anziani che ormai rappresentano il 42,42% dei lavoratori totali. I lavoratori più giovani diminuiscono soprattutto perché le loro coorti sono meno numerose rispetto ai baby boomers ma anche a causa dei cambiamenti economico sociali con i percorsi formativi che si allungano e l’entrata nel mercato ritardata e con lavori meno stabili dei loro genitori.
In pratica si registra un calo degli occupati più giovani ma anche la diminuzione del loro tasso di occupazione ad eccezione della fascia tra i 35 e i 49 anni che su base annua resta invariato. Il tasso di occupazione complessivo tra i 15 e i 64 anni ad agosto si attesta al 62,6%, in calo di 0,2 punti sul mese e in aumento di 0,1 punti sull’anno ma quello delle persone tra i 50 e i 64 anni sale al 67,1% (+2,2 punti), a un livello che si avvicina a quello delle persone tra i 25 e i 34 anni (67,9%), età che dovrebbe essere centrale per il mercato dopo la fine del percorso formativo, che risulta invece in calo.
L’ASPETTATIVA
Hanno inciso anche gli interventi sulle norme per il pensionamento anticipato e sul collegamento dell’uscita per vecchiaia all’aspettativa di vita: vent’anni fa, nell’agosto del 2005 tra i 50 e i 64 anni lavorava il 43,5% della popolazione in quella fascia di età, quasi 24 punti percentuali in meno di ora. Cambia anche il rapporto tra occupazione dipendente e indipendente: dopo il forte calo registrato con la pandemia l’occupazione indipendente ha ripreso a crescere e ad agosto ha superato i 5,22 milioni di unità con 139mila unità in più sull’anno a fronte di un calo di 36mila unità tra i dipendenti. Il lieve calo dopo una crescita sostenuta negli ultimi anni è legato soprattutto alla riduzione degli occupati a termine mentre i lavoratori con un contratto di lavoro stabile crescono su base annua di 208mila unità.
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