Fashion e dediche immortali. Anton Giulio Grande trionfa alla Milano Fashion Week con l’omaggio a Frida Kahlo. È infatti «Frida» il titolo della nuova collezione Spring/Summer 2026 del talentuoso stilista, e presidente della Calabria Film Commission, presentata a Milano all’interno del Leather Fashion Hub di Lineapelle Designers Edition. Grande, inoltre, sabato 4 ottobre presenterà a Parigi, in occasione della Paris Fashion Week, la nuova collezione di prêt-à-couture.
Tornando in Italia, la sfilata meneghina è stata organizzata in collaborazione con Lineapelle- Unic Concerie Italiane, ed è una personale e sentita dedica del celebre couturier ad una delle figure più affascinanti del Novecento mondiale: Frida Kahlo. L’artista messicana è universalmente nota per aver trovato nella pittura un’ancora di salvezza nei confronti della sua esistenza. La nota pittrice si è saputa imporre esternando nelle sue opere il proprio vissuto provato da sofferenze, ma comunque valorizzato da un’anima anticonformista, forte e ribelle. In passerella ventidue look, un tripudio di pellami lavorati con le tecniche dell’alta moda con top asimmetrici di camoscio, cavallino, nappe, iper ricamati. Tra i capi cult per la prossima stagione proposti da Grande ci sono le gonne lunghe in stile gipsy con frange di pelle e di cristalli, rouches di organza, balze di pizzo e anche un particolare giubbotto di pelle con l’immagine della Kahlo. Ad applaudire il designer, tra gli ospiti vip, le attrici Madalina Diana Ghenea, Debora Caprioglio, l’attore Lorenzo Spolverato e il cantante Virginio. «Mi sono lasciato suggestionare da Frida Kahlo perché è stata una donna simbolo della libertà d’espressione — dice Grande — Frida ha anticipato dei concetti moderni, dei modi di essere di un’attualità sconcertante.
Dei suoi difetti ne ha fatto un punto di forza, è divenuta un simbolo di libertà. La pittura per lei è stata un’ancora di salvezza nei giorni della malattia ed ha saputo esternare, attraverso la sua arte, le sofferenze. È una delle più grandi pittrici anticonformiste del XX secolo. La mia dedica appare soprattutto nelle gonne lunghe alla caviglia con delle linee proprie dell’epoca della Kahlo con ampiezze svasate, morbide, arricchite da tematiche folk, balze, plissè, rouches, colorate. La Kahlo utilizzava proprio le gonne ampie e lunghe per nascondere il suo incedere claudicante».
Ed ecco la catwalk. Gli abiti lunghi seguono la lunghezza delle gonne. I giacchini di pelle sono ricamati in materiali ultra preziosi: piume, strass, swarovski, inserti di pellame con lavorazioni geometriche e contrasti di colore e materiali. I corpini sono realizzati anch’essi con delle forme geometriche bordate di piume in tinta con la pelle. Troviamo anche i corpini asimmetrici in cavallino, pelle e camoscio. I gilet smanicati e iper ricamati richiamano nei motivi la figura della Kahlo. La palette cromatica spazia dal nero, nuance cara allo stilista, fino ai bluette, celeste, verde acqua. I colori pastello si aprono in una ruota immensa di plissè con lavorazioni geometriche. Ad impreziosire i look in passerella ci sono i copricapi unici, realizzati interamente a mano con fiori di carta intagliati e dipinti, frutto di un lavoro corale che unisce maestria e visione. I fiori per la Kahlo non erano solo elementi decorativi, ma un mezzo per esplorare e rappresentare la bellezza, la vita e le emozioni, anche quelle più difficili come il dolore, al punto che affermava: “Dipingo i fiori per non farli morire” .
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