17.09.2025
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«Ho venduto 40 milioni di dischi e sono rimasta senza niente, sono dovuta ripartire da zero. Un giorno farò i nomi»


Laura Pausini la chiama fortuna. Sua madre duro lavoro. «Ma è così: sono stata anche fortunata», dice la regina del pop al Corriere della Sera. Primo colpo di fortuna? Due insieme a dire il vero: «A 16-17 anni partecipai a un concorso che metteva in palio la partecipazione a Sanremo Giovani: lo vinsi, ma non mi chiamarono. Il mio babbo era isterico e voleva denunciare l’ingiustizia al Maurizio Costanzo Show, ma in realtà andò bene così: non avevo la canzone, non avevo ancora “La solitudine”. E la canzone è tutto…». E la canzone arrivò qualche anno dopo, nel 1993. Canzone che le fece vincere il Festival di Sanremo.

La perdita di soldi

Brava, bravissima ma non si sentiva bella. Per niente. La consapevolezza è arrivata solo dopo. «Ho dovuto aspettare di avere 40 anni per scoprire di sentirmi più carina di come mi sentissi da adolescente». Poteva lavorare con Micheal Jackson ma alla fine non è successo. E dopo che aveva già venduto 40 milioni di dischi «sono rimasta senza niente e sono dovuta ripartire da zero». Al Corsera dice che ci sono più colpevoli e che «un giorno quando sarò saggia come Ornella Vanoni farò i nomi…». Poi ancora: «È stato bello tosto, ma nel mondo della musica può accadere a tutti».

La figlia

Sul palco de Il Tempo delle donne parla anche di sua figlia. E si emoziona. «Paola è la cosa di cui vado più orgogliosa: è stata l’incontro della mia vita. Mi ha cambiata e rilanciata. Quando era appena nata, avevo accettato di fare The Voice in Messico e mi stavo convincendo che la tv sarebbe stato il mio futuro, per fare una vita più stanziale. Invece è lei che mi sprona a non fermarmi. (…) Mi fa sentire più forte, anche fisicamente, mi ha dato energia. E ha capito che se mi fermo sono infelice: forse ha bisogno di vedermi in movimento per sentirsi ispirata».

Ma fare il genitore di una ragazzina di 12 anni non è semplice: «Cerco di farle vivere una quotidianità semplice, ma siamo in un’epoca in cui noi genitori a volte non sappiamo come comportarci». 

Le colleghe

E poi c’è stato il Covid che ha reso il ruolo di ogni madre più complicato di quello che è già: «La pandemia ha cambiato le abitudini sociali: devo rispiegarle come dare la mano a un suo compagno o abbracciare una persona quando entra in casa. Lei non lo fa, non le viene naturale. Non sono ancora riuscita ad aiutarla in questo».  E a proposito di mamme e di donne: «Io non sono mai stata invidiosa delle mie colleghe, compro i loro dischi, ascolto i loro brani».


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