14.09.2025
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Politics

Aeronautica italiana, via alla riorganizzazione. «Più uomini e dispositivi hi-tech»


Rafforzare la difesa antimissile e anti-drone. Ne aveva parlato già a luglio, Antonio Conserva, nel corso della sua prima audizione in Senato, nei panni di capo di Stato maggiore dell’Aeronautica. Le stesse parole, pronunciate ieri, dopo la violazione dello spazio areo polacco da parte di una dozzina o poco più di droni russi, sono suonate in modo totalmente nuovo. Per il numero uno dell’Aeronautica militare, audito ieri dalla commissione Difesa della Camera, le centinaia di vettori lanciati ogni notte in Ucraina, tra droni, missili ipersonici e missili balistici e l’incremento dei ratei di produzione di armamento russi, così come la transizione verso un sistema di “economia di guerra”, «mostrano una realtà ed un livello di minaccia inimmaginabili fino a qualche anno fa». Anche per questo, al primo posto delle dodici priorità strategiche per l’Aeronautica, Conserva ha inserito il rafforzamento della difesa antimissile e anti-drone. Un obiettivo necessario, nonostante «il garantito supporto dello scudo americano», a fronte sia della proliferazione di missili balistici e da crociera avanzati, «spesso ipersonici o con traiettorie manovrate, o di droni di varie dimensioni, categorie e capacità, che rappresentano una minaccia subdola e a basso costo».

LE SPESE

Questione, questa dei costi, tutt’altro che secondaria a sentire il generale. Perché per far fronte a droni offensivi, che costano poco, servirebbero strumenti difensivi altrettanto convenienti per le “tasche” della Difesa. «Siamo pronti oggi? Siamo pronti utilizzando mezzi costosi». Quando, al contrario, ha proseguito Conserva, «i velivoli più pregiati» dovrebbero occuparsi delle minacce «più elevate tecnologicamente», vale a dire missili da crociera, missili balistici, missili ipersonici: «È chiaro che dobbiamo trovare soluzioni di costo efficaci», ragiona il capo dell’Aeronautica, ipotizzando che possano essere i droni difensivi la soluzione: «Se il drone offensivo costa poco, quello difensivo costa altrettanto poco per essere efficace», pur necessitando di sensori costosi, «e quindi lì stiamo investendo». Visione condivisa anche dal presidente della commissione Difesa Nino Minardo, convinto che la violazione dello spazio aereo della Polonia «dimostri l’urgenza di rafforzare la nostra difesa antimissile e antidrone». A livello europeo rimane, intanto, la previsione di «programmi comuni per la difesa antimissile con sensori orbitali e radar a lunga gittata».

NUOVE LEVE

Così come per l’audizione in Senato, anche ieri, il capo dell’Aeronautica ha posto l’accento su un’altra criticità: il continuo calo degli organici, che ora lo Stato maggiore della Difesa intende sanare. Qualche dettaglio in più sugli ambiti di competenza che verranno introdotti dai nuovi reclutamenti, in linea con il nuovo contesto tecnologico: cyber security, analisi dei dati, ingegneria aerospaziale, robotica, sistemi autonomi, intelligenza artificiale e tutte le emerging and disruptive technologies. Mentre i riservisti potrebbero essere chiamati in caso di necessità per garantire la continuità e la resilienza operativa. Ribadita, ancora una volta, la necessità di sviluppare capacità satellitari per la raccolta di dati intelligence e le comunicazioni sicure a banda larga. Con una nota a margine che sembra allontanare, sempre di più, possibili intese con l’americana Starlink: «La dipendenza da sistemi satellitari esterni o non controllati genera vulnerabilità», quindi investire nello spazio risulta «cruciale per preservare il necessario grado di autonomia in questo settore».


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