14.09.2025
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Politics

aperta un’indagine. Richieste donazioni in criptovalute per Armani e Gaza


La Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine in relazione all’attacco hacker al profilo social del ministro della Difesa, Guido Crosetto, avvenuto la scorsa settimana. Nel procedimento, al momento contro ignoti, si ipotizza il reato di accesso abusivo a un sistema informatico o telematico. I pirati informatici hanno violato l’account X del ministro pubblicando almeno due post ingannevoli e arrivando a chiedere donazioni in criptovalute per cause di varia natura, una per i funerali di Giorgio Armani e l’altra per la questione Gaza.

Cosa è successo

La vicenda della compromissione dell’account su X del titolare della Difesa pone ora nuovi interrogativi sul sistema di tutela informatica, in particolare per i rappresentanti delle istituzioni e infrastrutture importanti del Paese. «Per arrivare al mio profilo ci sono una serie di meccanismi di sicurezza, mi hanno cambiato mail, sono riusciti a superare controlli che ovviamente su un dispositivo del responsabile della Difesa sono molto alti. Non è una cosa qualsiasi. Ovviamente io ho anche un telefono riservato per le questioni delicate, come tutti quelli che hanno ruoli delicati, ma resta un fatto molto grave», aveva spiegato lo stesso Crosetto in un’intervista al Corriere. Il ministro non esita a parlare di un nuovo conflitto, che si fa anche «attaccando la sicurezza, i sistemi informatici, hackerando profili, diffondendo su scala mondiale fake news e disinformazione. Sono in atto vere guerre ibride — dice — . E forse è arrivato il momento in cui dobbiamo passare dalla mera difesa della nostra cybersicurezza al contrattacco».

I post sospetti

Durante la serata di giovedì scorso sulla timeline del ministro sono comparsi almeno un paio di tweet sospetti: entrambi riguardavano la richiesta di donazioni in criptovalute, uno per i funerali di Giorgio Armani e un altro per la questione Gaza: due post ingannevoli che non a caso cercavano di attirare l’attenzione sfruttando temi di attualità. E sulle ipotesi circa l’identità dei pirati, il ministro risponde: «Ho tanti nemici, molti potrebbero essere stati…Non sono uno che nasconde le sue opinioni, non le dice chiaramente o è inattivo». Si tratta di modalità completamente diverse da quelle utilizzate negli ultimi mesi dagli hacker filorussi ‘Noname057(16)’, i criminali informatici che tra dicembre e gennaio scorsi presero di mira i siti di ministeri ed istituzioni italiane con azioni Ddos (Distributed denial of service), condotte attraverso false richieste di accesso che mandano in tilt i sistemi informatici creando disservizi. Ma la compromissione parziale dell’account reale di Crosetto è solo l’ultimo attacco nei confronti del ministro, che già in passato era stato preso di mira dagli hacker sullo stesso social attraverso la creazione di un account fasullo simile al suo, che diffondeva notizie e dichiarazioni false e suo nome. Il nuovo scopo sarebbe stato invece quello di usare un profilo legittimo ma compromesso, veicolando contenuti pericolosi, come nel caso — risalente a qualche anno fa — dell’hackeraggio dell’utenza del ministero della Transizione ecologica, messo in atto per diffondere presunti investimenti in criptovalute.


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