Nel suo testamento Giorgio Armani ha messo nero su bianco i principi fondanti che dovranno guidare la Fondazione nella gestione del Gruppo. Tra questi «la gestione delle attività in modo etico, con integrità morale e di correttezza»; «la ricerca di uno stile essenziale, moderno, elegante e non ostentato»; «l’attenzione all’innovazione, eccellenza, qualità e ricercatezza di prodotto».
I nove principi
Tra gli altri principi con cui la Fondazione dovrà gestire la società, lo stilista elenca al terzo punto una «attenta politica di diversificazione e segmentazione dei diversi marchi aziendali, mantenendo coerenza nell’attività stilistica, di immagine di prodotto e di comunicazione». Al punto due è indicata la «priorità allo sviluppo continuo a livello globale del nome ‘Armani’».
Lo stilista prescrive poi un «cauto approccio ad acquisizioni volte unicamente a sviluppare competenze non esistenti internamente da un punto di vista di mercato, prodotto o canale» e il «mantenimento di adeguato livello di investimenti per il continuo sviluppo dei marchi», oltre a una «gestione finanziaria equilibrata e limitato ricorso ad indebitamento finanziario». A chiudere l’elenco dei nove “principi fondanti” è un «adeguato livello di reinvestimento degli utili nella società volto a favorire la generazione di liquidita nel tempo».
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