«Molti segnali ci dicono che il gas sarà a lungo parte importante dell’approvvigionamento energetico globale». Non è causale l’uscita del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, in apertura ieri della prima giornata di Gastech 2025. Come non è causale che alla vigilia lo stesso ministro abbia stretto la mano al segretario Usa Doug Burgum per rafforzare l’asse per importare Gas naturale liquefatto in Italia, in prima fila nell’addio al gas russo. Uno dei segnali appena raccolti da Pichetto è nel Global Gas Report 2025 di Snam e dell’International Gas Union che sarà presentato oggi alla comunità finanziaria. Un’analisi accurata, poco meno di 80 pagine, dalla quale emergono chiaramente due punti cruciali fra tanti. Il primo è che domanda di gas, complice anche lo sviluppo dell’IA, continuerà a crescere a ritmo serrato almeno fino al 2030. Il traino verrà soprattutto dalla Cina e dall’India, ma anche dal Nord America. Il secondo punto cruciale è che dopo anni di frenata è tornata a crescere la domanda di gas dell’Italia (alcune stime vedono probabile una crescita attorno al 5% nel 2025). Lì dove quasi metà del Gnl arrivato quest’anno è targato Stati Uniti (il 48,3%, 72 carichi su 149) contro il 34% del 2024. Considerando che in otto mesi è stato importato l’intero carico di Gnl dell’anno scorso.
LA SPINTA
In particolare, dice il Report, nel 2025 la crescita della domanda di gas ha mostrato forti differenze geografiche, con un aumento principalmente in Ue e Nord America (+6,1% e +1,5%). Mentre il trading globale di Gnl ha continuato a espandersi, grazie al forte import Ue, cresciuto di 12 miliardi di metri cubi (+23,6%) nel 2025, tra domanda locale e stoccaggi. Risultato? Se continuiamo così, dice l’analisi, la domanda globale di energia può superare ogni scenario tracciato. Rendendo quindi indispensabile la spinta sugli investimenti in infrastrutture nonostante la rotta green. Rendere sempre più stabili le reti serve a tenere la barra dritta sulla sicurezza. In questo contesto sarà il Gnl Usa — ormai è evidente — a giocare un ruolo nell’asse con gli Usa di Trump. Mentre guarda al futuro del nucleare e ai necessari strumenti di transizione, il governo sta anche «assicurando di potenziare gli approvvigionamenti di gas e aumentare la capacità di rigassificazione», ha insistito Pichetto, partendo da questa fotografia.
«A livello globale, l’80% del mix energetico è coperto dalle fonti tradizionali, e l’Europa, con il 70%, non fa eccezione», ha spiegato al Messaggero l’ad di Snam Agostino Scornajenchi, «Vi sono importanti equilibri economici e sociali connessi all’accesso all’energia, e fra le fonti tradizionali il gas è quella con le prospettive più positive perché tiene insieme sostenibilità e competitività. La stessa domanda di gas, che nel nostro Paese ha ripreso a crescere dopo anni, è un chiaro segnale che il processo di transizione non possa farne a meno». Quanto al Gnl, «i numeri sono trainati in particolare dall’import Ue. Il Gnl Usa ha coperto quasi il 60% dei volumi di gas liquefatto importati in Europa nei primi 8 mesi dell’anno e poco meno della metà dei carichi arrivati in Italia». Una buona notizia per gli stoccaggi pieni al 90%. «Questo consente di guardare alla stagione fredda con fiducia, in un contesto che rimane estremamente volatile», promette l’ad.
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