Il mercato ha brindato al successo dell’offerta pubblica di acquisto e scambio lanciata dal Monte dei Paschi su Mediobanca. All’indomani del trionfo dell’istituto di Rocca Salimbeni, salito al 62,3% della banca d’affari milanese di cui ora ha il controllo, i due istituti hanno trascinato Piazza Affari, piazzandosi in cima al listino. A fine giornata, mentre l’indice principale chiudeva al rialzo dello 0,68 per cento, Mps volava del 6,26 per cento e Mediobanca seguiva a ruota in crescita del 5,90 per cento.
IL SINDACATO
Intanto, con il cambio della guardia nel controllo di Piazzetta Cuccia è stata decisa anche la fine dell’accordo di consultazione tra i soci storici, in passato vicini ai manager dell’istituto, dalle cui scelte si sono però a mano a mano distaccati negli ultimi mesi. L’annuncio dello scioglimento anticipato del patto è stata affidata a una pubblicità legale. Alcuni componenti, come la famiglia Doris, per la quota detenuta attraverso Finprog, e i Tortora, con la holding Plt, hanno scelto di aderire all’offerta pubblica di scambio, poi diventata una offerta di acquisto e scambio con la decisione di Mps di un rilancio da 750 milioni di euro che, oltre a offrire titoli, aggiungeva all’operazione 90 centesimi per ogni azione portata in adesione. Mossa che ha dato un’accelerazione ai conferimenti. In precedenza altri pattisti erano usciti dall’accordo, che al momento di sciogliersi raccoglieva il 5,97 per cento del capitale: lo scorso febbraio era all’11,81 per cento.
Da allora, ci sono state le uscite della famiglia Acutis, che aveva la partecipazione in portafoglio tramite Vittoria Assicurazioni, di Mediolanum e dei Ferrero. Negli stessi mesi, anche i Gavio e i Lucchini avevano assottigliato la propria quota nell’accordo. Il patto era quindi arrivato a pesare meno del 7 per cento. Con l’adesione di alcuni dei soci all’offerta è stata quindi scritta la parola fine per il sindacato nato nel 2019. Si apre ora una nuova fase, mentre si rincorrono le indiscrezioni sulla possibilità che già nel corso del consiglio d’amministrazione del prossimo 18 settembre l’amministratore delegato Alberto Nagel e il board si presentino dimissionari. «L’Europa ha bisogno di banche più grandi, più forti e più redditizie», scrivono gli analisti di Bank of America in un report nel quale promuovono Montepaschi e il processo di aggregazione con Piazzetta Cuccia: per la banca d’affari Usa, l’istituto senese è nella posizione migliore per aumentare utili, sviluppare sinergie e ampliare l’offerta di prodotti. Posizione che Mps condivide, spiegano ancora gli analisti, con Unicredit e con la spagnola Bbva.
I COMMENTI
Con la riapertura dell’offerta dal 16 al 22 settembre, appare scontato che il risultato per il Monte possa farsi anche più tondo. Secondo gli analisti di Intermonte, la quota potrebbe superare il 75% «ben oltre il controllo dell’assemblea straordinaria». A promuovere l’esito dell’offerta è anche la Fondazione Mps che parla di «operazione storica».
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