26.08.2025
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Politics

«Ci sono stati errori amministrativi, basta con la burocrazia»


AMATRICE Il dolore di chi nove anni fa perse i propri cari. Il silenzio della veglia notturna, scandito solo dai nomi delle vittime, la rabbia sorda di chi ancora oggi non ha una casa e non riesce a immaginare un futuro migliore dell’attuale presente, di un’Amatrice che dei 69 cantieri totali del centro storico, ne ha visti attualmente avviati solo 12 e nel perimetro urbano conta ancora delle macerie. Ma anche l’atto di coraggio del Commissario straordinario di governo alla ricostruzione, Guido Castelli, presente ieri ad Amatrice in forma privata alle celebrazioni che hanno accompagnato il ricordo del terremoto che il 24 agosto del 2016 devastò la cittadina dell’Alto Velino e tutto il Centro Italia.

«Ad Amatrice ci sono stati errori amministrativi», ha ammesso Guido Castelli, il quinto commissario nominato dai vari governi che si sono succeduti dalla tragedia. «Ci sono state situazioni — spiega — che hanno richiesto proprio negli ultimi tre anni un’attività indefessa per fare cose che bisognava fare sei anni fa». Castelli — che ad Amatrice, dal gennaio del 2023, è stato oltre venti volte — non ci gira intorno. E va al “cuore” dei ritardi: le macerie. «Il problema maggiore è stato proprio quello legato alla rimozione delle macerie degli edifici crollati. Moltissime, la gran parte, le abbiamo rimosse in questi due anni e completeremo il lavoro nel 2025», promette il commissario. Una promessa che suona come una speranza viva, una scossa in grado di rivitalizzare gli animi delle persone prima ancora di un’economia locale che arranca, tra attività che si arrendono e poche che tentano la carta del rilancio, senza contare il comparto agricolo che più di altri in questi anni ha sofferte e ancora soffre.

LA FIACCOLATA

Ma ad Amatrice, ieri, è stato soprattutto il giorno del ricordo, iniziato alle 3 e 36 con la fiaccolata che per la prima volta ha attraversato la zona rossa e proseguito con i rintocchi delle campane che hanno intervallato la lettura dei nomi delle 299 persone che persero la vita. In mattinata, poi, la celebrazione religiosa officiata dal vescovo di Rieti, don Vito Piccinonna. «Prima delle case e delle strutture vogliamo ricostruire la vita: diamo il meglio di noi stessi — ha detto il presule — invito tutti a non gettare la spugna, a non dividerci ulteriormente». Tutto sul filo della speranza promossa dall’attuale Giubileo.

Ad Amatrice, ieri mattina, ufficialmente non c’erano rappresentanti istituzionali. Il sindaco di Amatrice Giorgio Cortellesi non li ha invitati. «Una scelta — spiega — per dare dignità esclusiva al dolore e al lutto di un’intera comunità e mandare un segnale forte di interlocuzione rivolto alla politica». Un messaggio forte per invitare l’esecutivo ad «accelerare la ricostruzione in una città dove il centro è ancora un grande cumulo di terra. Ognuno deve fare la sua parte, nessuno escluso», l’appello del primo cittadino.

Ad Amatrice era però presente il questore della Camera Paolo Trancassini che ha sottolineato come «dobbiamo sempre fare più e fare meglio, lavorando sul tema dell’economia e dell’identità: nel Governo c’è la consapevolezza che Amatrice non è soltanto un simbolo ma uno dei tanti comuni che oggi rappresentano l’identità ed il senso di appartenenza dell’Italia». Presenti anche il sindaco di Accumoli Mauro Tolomei, quello di Cittareale Francesco Nelli e quello di Rieti Daniele Sinibaldi, il prefetto di Rieti, Pinuccia Niglio, e l’assessore regionale alla Ricostruzione, Manuela Rinaldi, che ha spiegato come «ricostruire da capo è stato molto difficile, ma noi ce la stiamo mettendo tutta: sono fiduciosa perché la ricostruzione procede e sarà migliore di prima, a partire dalle infrastrutture. Chiediamo ai cittadini di aiutarci: siamo a disposizione come Ufficio ricostruzione Lazio». In chiusura delle celebrazioni, è intervenuto Mario Sanna, padre del giovane Filippo, morto a causa del sisma, che ha letto una lettera indirizzata al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni e firmata da 62 parenti delle vittime, per richiedere l’istituzione di un fondo per le vittime delle catastrofi.


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