21.08.2025
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Politics

«Qualcosa alla Salute non funziona». Ma FdI non chiede il passo indietro al ministro


Un attacco a tenaglia. Da Fratelli d’Italia e dalla Lega. Nel mirino c’è il ministro della Salute Orazio Schillaci. Reo di aver sciolto il comitato consultivo del ministero sui vaccini, il Nitag, per il caos sollevato dalla nomina dei due medici accusati di posizioni «no-vax» nel gruppo di esperti che dovrebbe consigliare il ministeroo sulle politiche vaccinali, Eugenio Serravalle e Paolo Bellavite. Una decisione che nei giorni scorsi aveva scatenato l’irritazione di Giorgia Meloni, perché «non concordata» con Palazzo Chigi e perché il governo «da sempre crede nel pluralismo e nel confronto». Oggi, a distanza di poche ore, sul titolare della sanità sono piovute le critiche di Matteo Salvini e Francesco Lollobrigida. E la posizione del ministro, che secondo alcune ricostruzioni era arrivato nei giorni scorsi a minacciare le dimissioni, è tornata a vacillare.

«Qualcosa non va»

“Evidentemente qualcosa al ministero alla Salute non funziona”, il commento sardonico il vicepremier e leader della Lega sulla revoca del comitato del ministero. «Perché o si è distratto prima o si è distratto dopo delle due l’una, visto che le ha firmate lui e li ha rimossi lui”, dice ancora Salvini. Che insiste: “Secondo me aver azzerato la Commissione è stato un pessimo segnale anche dal punto di vista scientifico e culturale”. Il Carroccio, del resto, non aveva mai fatto mistero di guardare con sfavore alla rimozione dei due esperti del Nitag contestati, che anzi erano stati difesi da alcuni esponenti leghisti.

Ma ancor più pesanti ad alcuni sono apparse le frasi del ministro dell’Agricoltura — e capo delegazione di FdI al governo — Lollobrigida sul collega. Perché proprio lui in passate occasioni aveva preso le difese del ministro, ad esempio sulla vicenda dello scudo penale dei medici, approdato in Cdm e poi rinviato a data da destinarsi.

Ora, invece, il titolare dell’Agricoltura ed ex cognato di Giorgia Meloni prende le distanze. «La storia insegna che non sempre il pensiero scientifico dominante è quello giusto. Lo è statisticamente, ma lasciare spazio a tesi diverse e non soffocarle è la strada maestra”, ha detto Lollobrigida al Foglio. Per poi ironizzare sul «fan club» del ministro, nel quale sarebbe «entrata anche Forza Italia», oltre a godere di «ampio consenso anche tra le opposizioni». 

Messa in mora

Parole che certificano la rottura tra il ministro tecnico (ma comunque in «quota» FdI) e lo stato maggiore di via della Scrofa. E che riportano alla domanda di qualche giorno fa: si dimetterà, Schillaci? I suoi collaboratori smentiscono. Ma, a quanto si apprende, il passo indietro dell’ex rettore di Tor Vergata non è neanche nei desiderata dei meloniani. Certo, la premier a quanto trapela non è contenta dell’andamento della sanità. Ed è convinta che al ministero serva un «tagliando». Così infatti si spiega la revisione dell’organigramma del dicastero, dove è stata prevista la casella di viceministro: posto che, si dice, sia destinato all’attuale sottosegretario e uomo forte di FdI in Puglia Marcello Gemmato. Ma neanche Meloni insomma vorrebbe il passo indietro del suo ministro. Specialmente non su una vicenda come quella dei vaccini, il che potrebbe dare il segnale di un governo troppo incline a prestare l’orecchio alle posizioni dei no va (e potrebbe forse allarmare il Quirinale). Così, per il momento, ci si limita a mettere «in mora» il titolare della Salute. Aspettando che sia lui, eventualmente, a valutare un passo indietro che — a giudizio dei meloniani — avrebbe del «clamoroso». 


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