17.08.2025
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Economy

«Pronti a fare la nostra parte»


«Sull’Ilva siamo pronti a fare la nostra parte, a supportare l’Italia nella transizione energetica, consapevoli che il futuro è dell’acciaio green su cui la Danieli punta da oltre 15 anni, sviluppando tecnologie, studi e competenze che la rendono leader nel settore». Va subito al punto Camilla Benedetti, presidente di Abs Acciaierie, la divisione produzione acciaio del gruppo Danieli, figlia del presidente di Danieli, l’ingegner Gianpietro Benedetti, scomparso nel 2024, che ha creato un colosso mondiale all’avanguardia nella realizzazione degli impianti siderurgici. Ma, spiega al Messaggero la presidente, tutto «il sistema Paese deve credere nell’Ilva, mettendo in campo importanti investimenti, una visione dove innovazione e tradizione devono convivere. Noi siamo leader nella produzione di forni elettrici e abbiamo una profonda conoscenza del settore e possiamo dare un contributo».

Sul modello di quanto sta accadendo all’acciaieria di Piombino dove siete fornitori dei nuovi impianti ma anche possibili nuovi azionisti con il 25%?

«Non abbiamo ancora firmato l’accordo. C’è ottimismo. L’operazione vede coinvolti anche Mimit, Sace, Invitalia e ha grandi prospettive di sviluppo. Un progetto strategico che va gestito».

E che si può replicare anche a Taranto?

«Ci sono tante complessità in gioco. Si devono assestare degli equilibri, noi, ripeto, siamo pronti a fare la nostra parte».

Come avete fatto anche con la Ssab, “l’Ilva svedese», che vi ha commissionato la riconversione per produrre acciaio green e dove verrà smantellato l’attuale sistema di produzione basato sull’altoforno, riducendo le emissioni di CO2 della Svezia del 7%?.

«Non c’è dubbio che il futuro sarà l’acciao green, ma l’Italia deve accelerare, fare in fretta. Tecnologia, responsabilità e visione industriale sono gli assi portanti della competitività italiana, insieme alla sostenibilità».

Ma è ottimista?

«L’acciaio è una filiera strategica per l’industria e per la transizione stessa. Senza acciaio non c’è eolico, non c’è fotovoltaico, non c’è mobilità elettrica. L’Italia ha una grande tradizione siderurgica ed è leader europea nella produzione da forno elettrico: oggi ha l’opportunità concreta di guidare l’innovazione verso un acciaio sempre più green. Questa leadership tecnologica e la nostra costante ricerca di efficienza sono la chiave per affrontare le sfide di un mercato globale in continua evoluzione. In ABS lavoriamo da anni in questa direzione: investimenti in tecnologie pulite, riduzione delle emissioni, economia circolare e ricerca su nuovi prodotti adatti alle esigenze del mercato».

Riducendo sprechi ed emissioni e risparmiando energia?

«Il nostro impianto QWR – Quality Wire Rod – ne è un esempio concreto: massima efficienza energetica, zero sprechi, altissima qualità e automazione avanzata per aumentare la sicurezza degli operatori. Nel 2024 abbiamo destinato 41 milioni di euro all’innovazione di processo e alle tecnologie di produzione, pari al 54,3% del nostro Ebitda e a una media del 24,6% negli ultimi tre anni».

Sul tavolo del governo c’è il rilancio di poli siderurgici come Genova, Piombino o Taranto. Qual è la sua visione?

«Serve visione industriale, non solo gestione emergenziale. L’acciaio ha futuro se si investe in tecnologia, ricerca e sviluppo di prodotti nuovi, capitale umano e sostenibilità. Il sistema Paese deve crederci: l’industria siderurgica non è un problema, è parte della soluzione».


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