13.08.2025
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Politics

le vacanze (minimal) dei politici. Addio yacht e paparazzi, ecco dove andranno


C’è la gara nelle Marche per le regionali di fine settembre, ma giusto questo. Non c’è una campagna elettorale nazionale, come nell’estate 2022. Non c’è un governo balneare da apparecchiare, come spesso è accaduto nella storia della Prima Repubblica o un ribaltone da preparare come faceva Bossi agli albori della Seconda Repubblica. E non c’è neanche più Silvio e senza il Cavaliere, che si travestiva da pirata o da pizzaiolo e attirava eserciti di clientes sudati e festanti in direzione Porto Rotondo, l’agosto della politica non può essere quello della bandana, del vulcano fumante a Villa Certosa, della piscina del Cavaliere con il presidente ceco Topolanek felicemente fotografato nella sua nudità. E non è neppure il tempo in cui Fini veniva inseguito sulla barca nella riserva naturale a Siracusa, per vedere se baciava una collega di governo di cui si diceva si fosse invaghito o veniva inseguito ad Ansedonia dove stava spiaggiato con la Tulliani.

Adesso, i politici in versione ferie d’agosto sembrano intenzionati a cambiare stile. Passando dall’esibizione al mascheramento o, se vogliamo dirlo elegantemente, alla pruderie. Parto? Sì, ma poco poco. Dove vado? Qui vicino, vi giuro, dietro l’angolo, quasi a km zero. Svacanzare ma senza farsi narrare o volersi narrare come divi superstar.

Giorgia Meloni, e come lei Elly Schlein, della villeggiatura anti-spettacolare è campionissima. La premier si sa che sta andando in Grecia per un giro nelle isole, oltre alla solita spedizione blindata in Puglia, ma nessuno deve conoscere davvero i tragitti presidenzial-ricreativi, e tantomeno provare a intrufolarsi nell’abbiocco di Donna Giorgia (anche se lei ci tiene al format: non smetto mai di pensare al bene della Patria). Quanto alla segretaria del Pd, la sua privacy, come si sa, è impenetrabile. Anche quest’anno. Al netto del fatto che farà una capatina a Lugano dai genitori e le compagne di scuola la aspettano per un bagno nel lago. Comunque, pizzicare Schlein su una spiaggia, anche lacustre con vista Campione d’Italia, insieme alla compagna Paola Belloni è il sogno di tutti. Difficilmente avremo questa fortuna, ma attenzione. Elly è molto affezionata alla sorella e ai nipoti, che vivono in Grecia. E tra gli amici di lei c’è chi azzarda: non è che la segretaria va a trovare la sorella in qualche isola ellenica? E viene da aggiungere: sarebbe bellissimo se Elly a Zante o a Mykonos incontrasse, per caso o previo messaggino whatsapp, Giorgia. Le due si troverebbero bene, c’è quasi da giurarci, a condividere il pareo e la spiaggia, a patto che non si parli troppo di politica.

In ogni caso, l’estate dei politici italiani da fine Seconda Repubblica (una fine che potrebbe non finire mai, visto che è stato accantonato il progetto sul premierato) somiglia a quella non degli albori della Seconda Repubblica trionfante – ovvero alla parabola che va dal Twiga larussian-briatonico di Daniela Santanché al Papeete dei «pieni poteri» e del mojito di Matteo Salvini – bensì allo stile molto Prima Repubblica delle ferie domestiche, non altisonanti, normali da Paese normale o normalizzato. E lo yacht? Ma figuriamoci: il basso profilo non lo prevede, e chi è pronto a salire su un motoscafo s’impegna a non farsi vedere. Perché questa è l’estate dell’anti-palcoscenico, del ci sono ma non mi mostro anche perché non voglio essere mostrificato.

ULTIME SCENE

I politici tutti o quasi sono più o meno partiti. E, a Camere chiuse già da mercoledì, ieri e l’altroieri al Senato si distinguevano due immagini nello spopolamento. In una si vede l’onorevole dem, Filippo Sensi, che continua a lavorare sul suo scranno vestito in giacca e cravatta. In un altra si vede il grande avvocato Franco Coppi che, approfittando della fuga dei senatori, si concede una visita a Palazzo Madama («Non c’ero mai stato») accompagnato dal genero, il senatore forzista Zanettin. «Nell’aula di Montecitorio invece ci sono stato – narra Coppi passeggiando nell’emiciclo deserto – ed ero lì durante il celeberrimo discorso di Aldo Moro, su la Dc che non si fa processare, in difesa del ministro Gui per la vicenda Lookeed. Ma parliamo della notte dei tempi». Che però sono quelli della Prima Repubblica a cui somigliano le vacanze dei politici di questa quasi Terza Repubblica. Mattarella non può che confermare lo stile Mattarella: Alto Adige, a Castelrotto, e passeggiate sui monti. Ma anche tutti gli altri non si concedono un’estate particolarmente creativa. La solita Sicilia, a Ragalna, ai piedi dell’Etna, per il presidente del Senato, Ignazio La Russa. La solita Marettimo per Maurizio Gasparri. Non può che essere Ciociaria per Antonio Tajani. Cioè Fiuggi, e il giorno di Ferragosto il ministro degli Esteri parteciperà alla messa a Castel Gandolfo di Leone XIV.

NO LUXURY

Le mitiche vacanze di Bettino Craxi da premier ad Hammamet, quando in tenuta africana distribuiva gelsomini profumati ai tunisini, abbracciava un mendicante sordomuto, salutava in francese i bambini del suk? Dimentichiamo quelle scene. Semmai, la villeggiatura da big e peones 2025 potrebbe somigliare a quelle di Ciriaco De Mita che giocava a scopone (Giorgia comunque predilige il burraco) a Nusco, senza spingersi al modello Andreotti. Il quale a Cortina era solito alloggiare nel collegio delle suore Orsoline. E a proposito della “perla delle Dolomiti”, Conte il leader stellato non è intenzionato a fasi pizzicare, come nel 2023, insieme alla sua Olivia Paladino, in un albergo penta-stellato da quelle parti. Non andrà in campeggio, ma neppure – e se lo facesse, vorrebbe evitare clamori – in un luxury hotel. E ancora. Il ministro Calderoli: «Sto raccogliendo nocciole dalle mie parti lumbard». E l’estero? C’è il patriota Malan che confessa di non rispettare il chilometro zero: «Andrò in Colorado». Ma solo perché lì ha figlia e nipoti: giusta causa dunque, familiar-meloniana, e non sfarzosa.

Anche a sinistra va molto il ritorno nel brodo primordiale (identità e radici, guai a lasciarle alla destra) e quindi per lo schleineriano Boccia c’è la Puglia ma poi la Sardegna. Dove sta già spopolando, tra gli ombrelloni, i biliardini e il wild in Costa Rei, il generale Vannacci. Il massimalismo della villeggiatura politica d’antan è stato sostituito insomma dal minimalismo attuale. Sarà, forse, che sono gli ottocento anni dalla morte di San Francesco, celebratissimo a fine agosto nel Meeting di Rimini, ma di fatto il poverello di Assisi sembra diventato il tour operator dei politici in ciabatte e low profile.


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